
FIRENZE
Una ventina di voli cancellati – nove partenze e undici arrivi – passeggeri più rassegnati che seccati sprofondati sulle poltroncine con le gambe sulle valigie nelle sale d’attesa che sembrano sottovuoto rispetto all’altoforno di Pertola con l’anticiclone che soffia il suo alito immobile e incandescente sulla Piana. Un’altra domenica di disagi e arrabbiature – qualche francese a metà pomeriggio alza inutilmente la voce per il volo che c’era e non c’è più – all’aereoporto di Peretola. Ieri, in concomitanza con altri scioperi, i lavoratori hanno incrociato le braccia dalle 14 alle 18.
Filt Cgil, UilTrasporti, Usb, Ugl avevano annunciato lo sciopero snocciolando una serie di punti e critiando tra le altre cose "il piano aziendale di esternalizzazione di alcuni servizi aeroportuali quali la biglietteria a Pisa e la guida del mezzo Ambulift sia a Pisa che a Firenze", "le mancate stabilizzazioni dei lavoratori a part-time, verticale o ciclico che da anni attendono il passaggio a orario superiore", "l’organizzazione del lavoro e la distribuzione carichi del lavoro; "l’insufficienza di tutele per le lavoratrici e i lavoratori che sono sempre di piú oggetto di aggressioni fisiche e verbali nei due aeroporti toscani".
"Lo sciopero è andato molto bene – sottolinea Marco Chellini della Filt Cgil – in qualche reparto c’è stata un’adesione anche del 100%. Perché protestiamo? Le ragioni sono note. Diciamo basta alle esternalizzazioni, chiediamo che vengano coperte le carenze di organico con la stabilizzazione dei part-time storici. E poi l’azienda deve intervenire sui carichi di lavoro che sono sempre più gravosi. Fino al 2019 quando il traffico di passeggeri aumentava venivano chiamati sempre stagionali professionalizzati che però negli ultimi due anni, con la pandemia, hanno trovato altri lavori. Oggi ci troviamo quindi a dover affiancare e guidare del personale che non ha, non certo per sua colpa, le giuste competenze per certi servizi e tutto questo si traduce in un ulteriore aumento di lavoro per i dipendenti".
Nei giorni scorsi la società aeroportuale aveva garantito di essere al corrente delle difficoltà e di avere un piano in serbo. "Siamo impegnati a far fronte ad una situazione del tutto inusuale, con carenza di personale in tutti i settori legati ai servizi, dalla ristorazione, all’accoglienza alberghiera, alle società di pulizie, agli autisti, a livello nazionale ed europeo - aveva spiegato l’ad di Toscana Aeroporti Roberto Naldi – . Per cercare di mitigare e gestire i disservizi abbiamo messo in atto una serie di iniziative che speriamo possano diminuire i disagi".
Tra questi la selezione di oltre 40 nuovi addetti attivi nei servizi di assistenza a terra (check-in
e rampa); l’incremento del numero di addetti alle pulizie per far fronte ai casi di congestione
del terminal; l’inserimento di una nuova figura di “facilitatore”: operatori aeroportuali che
avranno il compito di fornire ai
passeggeri informazioni.
E. B.