Scaricato sul marciapiede, infarto fatale per un 66enne: si cercano due donne

L’episodio davanti a un terratetto di via Lungo l’Affrico: scappate le inquiline. Si indaga per omissione di soccorso e un possibile giro a luci rosse

Cadavere in via lungo l'Affrico

Cadavere in via lungo l'Affrico

Firenze, 1 aprile 2023 –  Scaricato appena fuori dalla soglia di casa come un fagotto ingombrante. Come un sacco della spazzatura, tipo ’qualcuno passerà a ritirarlo’. Quel ’pacco’ era un uomo: sessantasei anni, morto d’infarto.

Si era sentito molto male nell’appartamento al piano superiore di una palazzina al 222 di via Lungo l’Affrico, il tratto sul controviale. Era lì con due donne, due cinesi. Le hanno viste aprire il portoncino della casa in legno consunto, ’appoggiare’ il cadavere sul marciapiede e battere via subito, il più presto possibile, che in poco lì ci sarebbero stati tanti poliziotti. E i cinesi non gradiscono. Tanto di crearne una loro, di polizia. Anche in Italia: già 11 le ’stazioni’, non ufficiali a Milano, Roma, Bolzano, Venezia, Firenze e Prato secondo il rapporto d’una Ong spagnola.

Un passante ha visto, si è avvicinato, ha capito che per quell’uomo c’era poco da fare. Ha chiamato il 118. I sanitari di una ambulanza della Misericordia di Campo di Marte, avvisato il 112, le hanno tentate tutte, per un’ora: defibrillatore, massaggio cardiaco, ma niente. Non ha dato alcun segno di vita quel povero corpo a terra, nessun parametro vitale. Non si è mai ripreso. E’ morto sul colpo. Dopo più di un’ora di ammirevoli tentativi di rianimazione, sul corpo è stato pietosamente adagiato un telo: il cadavere sarebbe dovuto restare lì ancora abbastanza a lungo, per dar modo agli agenti, anche quelli della Polizia Scientifica, per non trascurare alcunché, di completare il sopralluogo della casa. Non sarebbe stato trovato niente di ’strano’. Nessuna traccia apparente di droghe o di prodotti particolari tali da scatenare il malore fulminante che ha stroncato il sessantenne.

E quelle due donne che poco prima l’avevano fatto entrare in casa? Volatilizzate. Vestite di nero, alla bene e meglio, non certo in segno di lutto: quello l’ha ’indossato’ il cielo, livido e gravido di pioggia. Così le hanno viste e descritte ai primi soccorritori. Che cosa facevano lì, quelle due cinesi da identificare? Erano ospiti? Molti in zona, pur col tatto dovuto a un simile dramma, non ci girano intorno: quella al secondo piano, sotto ci vive una coppia pare, era una casa chiusa. Sarà la polizia ad accertarlo attraverso controlli amministrativi sulla proprietà, sul contratto d’affitto. Anche per questo è importante per gli investigatori rintracciare le due donne; al di là di una denuncia nei loro confronti per omissione di soccorso, che pare scontata bisogna accertare molte altre cose.

Se sono clandestine, per esempio. Se la loro presenza in quella casa è stata segnalata o meno in Questura come è d’obbligo ai sensi del Testo unico pubblico sicurezza. Se e chi – clienti e amici e a parte – conosceva la loro attività. Il fronte investigativo è aperto. Per farla breve: la polizia non può escludere che all’ombra di quell’appartamento in una zona tranquilla e di una sobrietà discreta, quasi elegante, ci fossero altri reati. Magari lo sfruttamento delle due donne. Scappate anche perché qualcuno, qualche loro connazionale glielo deve avere ordinato in modo secco, perentorio. In serata il magistrato di turno Giacomo Pestelli ha ordinato il trasferimento della salma a Medicina Legale.

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