ROSSELLA CONTE
Cronaca

Sant’Orsola riapre le porte. Quattro mesi di visite per tutti. E arrivano le ’Rivelazioni’

Dal 28 giugno al 27 ottobre la mostra farà rivivere l’antico convento. Il piano di recupero terminerà nel 2026 dopo 30 milioni di investimento.

Dal 28 giugno al 27 ottobre la mostra farà rivivere l’antico convento

Dal 28 giugno al 27 ottobre con la mostra Rivelazioni l’antico convento fiorentino di Sant’Orsola sarà accessibile al pubblico per quattro mesi, con visite guidate. Storia, filiale di Artea, la società francese scelta nel 2020 dalla Città Metropolitana per la riqualificazione del complesso, dopo il successo della precedente mostra prosegue con l’operazione di restituzione alla città di uno spazio prezioso e ricco di storia, in disuso da quasi quarant’anni. Saranno loro a completare la riqualificazione dell’ex convento con un investimento di oltre 30 milioni di euro, avendo in cambio, come prevede la concessione firmata oltre un anno e mezzo fa con la Città Metropolitana, la gestione della struttura per 50 anni, rinnovabile (anche se la proprietà resterà alla Metrocittà) a un canone di 125mila euro l’anno.

Al termine dell’imponente piano di recupero Sant’Orsola, che dovrebbe concludersi agli inizi del 2026, ospiterà una scuola d’arte e di design, ristoranti e caffè, botteghe di artigiani e atelier d’artisti, una foresteria, spazi di coworking e un Museo, gestito da una fondazione senza scopo di lucro. Per Rivelazioni, la seconda mostra curata da Morgane Lucquet Laforgue, direttrice del Museo Sant’Orsola, le artiste Juliette Minchin e Marta Roberti sono state invitate a rivolgere il loro sguardo personale sul monumento storico e a creare delle opere d’arte site-specific. Ciascuna delle artiste ha scelto due diversi spazi del cantiere. Ispirandosi alle storie di santi che circolavano tra le mura conventuali, Marta Roberti ha concepito Aure: una serie di immensi e delicati disegni che rivestono la chiesa di Sant’Orsola e che sembrano emergere dall’intonaco come affreschi nascosti.

Le sue opere capovolgono la tradizionale iconografia religiosa ed esplorano il rapporto tra il divino, il femminile e l’animale. La riflessione di Marta prosegue nei sotterranei di Sant’Orsola, dove è riunita una selezione dei disegni incisi su carta grafite e retroilluminati che ci colpiscono come epifanie luminose. Le sculture in cera di Juliette Minchin, invece, avvolgono come una seconda pelle l’architettura della chiesa conventuale: muri e finestre si animano, come percorsi da un nuovo spazio vitale. Nell’antica spezieria è una veglia quella che l’artista mette in scena: strutture sospese ricoperte di cera verranno accese ogni giorno per offrire al visitatore uno spettacolo di silenziosa creatività, sempre mutevole, in riferimento a quelle antiche pratiche e cerimonie rituali guidate dalla luce delle candele.