Santo Spirito: "Le polemiche le fa chi non vive la piazza"

Intervista con Pasquale Maruca, ristoratore. “Va bene evitare gli assembramenti, ma no alle sbarre e al numero chiuso”

Piazza Santo Spirito (fonte wikimedia)

Piazza Santo Spirito (fonte wikimedia)

Firenze, 4 maggio 2021 - “Le polemiche? A  me pare che vadano sempre più a placarsi. E comunque come sempre le fa chi che non conosce e non frequenta la piazza”. Pasquale Maruca è un ristoratore che apre le proprie saracinesche proprio sulla piazza da sempre simbolo della movida, più o meno selvaggia, e per questo da sempre al centro delle polemiche. Polemiche che, in ambito pandemico, si legano alle preoccupazioni sanitarie con un effetto detonante.

Ce la racconti lei allora la piazza. Cos’è Santo Spirito? Innanzitutto è una delle piazze più belle di Firenze. Poi è un posto dove tutte le sere si ritrovano migliaia di persone diverse per censo, cultura, estrazione sociale. Tutti in armonia. Capita che ci sia un  uno per cento  che disturba, non lo nego, però la soluzione non può essere quella di colpevolizzare il rimanente novantanove  per cento che vive la piazza in maniera assolutamente corretta. Non è giusto. Certo i residenti hanno tutto il diritto a non essere disturbati ma è chiaro che bisogna colpire quelli che arrecano problemi, non gli altri che, come detto, sono la stragrande maggioranza.

Cosa pensa degli ultimi provvedimenti della giunta Nardella ? L’ultima ordinanza non è male. Lascia la possibilità comunque di sedersi sui gradini durante la settimana. Certo non si può mangiare che è una cosa accettabile in questo periodo di pandemia ma dopo sarebbe incomprensibile,  perché non si capisce che danno arrechino una famiglia, o un ragazzo, che beve o mangia un panino avendo l’accortezza di pulire tutto. Per quanto riguarda il sagrato noi ristoratori siamo da sempre favorevoli ad una delimitazione con cordone, modello piazza del Duomo, che protegga la chiesa da eventuali danni. Credo che è una cosa che accettano anche i ragazzi che frequentano la piazza: a loro interessa avere un punto d’appoggio, perché 4 panchine non possono bastare. Ma non a Santo Spirito, non bastano in nessun posto.

E il divieto di assembramento per il fine settimana? In un momento delicato come quello che stiamo vivendo è comprensibile. Dopo no. L’importante è che non ci chiudano con le transenne come l’anno scorso, perché la sensazione è quella di essere reclusi, come in un carcere. E’ una sensazione brutta che intimorisce. E’ chiaro che però le restrizioni non possono riguardare solo Santo Spirito, non sarebbe giusto. Comunque la settimana prossima avremo incontro con il Comune e porteremo lì le nostre proposte,  a partire dal fatto che non vogliamo rivedere le sbarre all’accesso, come accadde l’anno scorso, e neppure il contapersone.

Domenico Guarino

 

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