GABRIELE
Cronaca

Sanità sempre in codice rosso. Invertire la rotta

La situazione dei contagi è ormai una routine stagionale, ma non può esserci una sofferenza ciclica negli ospedali. Bisogna trovare una medicina economica e organizzativa per evitare assalti alla diligenza ospedaliera.

Canè

Certo non sarà facile risparmiare: se i pronto soccorso continuano a riempirsi di gente con 38 di febbre o una tosse ostinata, beh, abbiamo un bel da gonfiare l’addizionale regionale, o tagliare portierati e parco auto per far quadrare i conti della sanità.

Intendiamoci: non è l’assalto di questi giorni a Torregalli, al Meyer e in tutte le strutture cittadine e regionali a creare lo sbilancio con cui ci troviamo a combattere. Magari fosse quello. E’ chiaro, però, che se tutti i picchi di Covid o influenza portano a questi assalti alla diligenza ospedaliera già in sofferenza di fondi e di organico, una medicina va trovata. Dal punto di vista economico, visto che ogni codice, anche il più bianco, porta con sé straordinari, ferie saltate, una visita, un esame. Minimo.

Perché sappiamo bene cosa rischiano a volte i sanitari a non prendere tutte le precauzioni: il paziente va a casa, muore dopo giorni per un motivo diverso da quello per cui è andato al pronto soccorso, e i parenti battono cassa. Un classico.

Poi c’è l’aspetto organizzativo. Se si riempiono le emergenze per casi da tachipirina casalinga, bisognerà che i filtri funzionino meglio. I medici di famiglia, innanzitutto, che non sono più quelli di una volta visto il volume di pazienti, ma un rimedio, un freno in più agli assistiti meno fragili devono poterli fornire per evitare che vadano a Careggi per un mal di pancia. Poi le strutture intermedie per i pazienti non gravi, quelle che prendono il posto degli ospedalini chiusi, nascoste dietro una raffica di sigle (Cau, Cma...), materiale che in sanità abbonda.

Dove sono? Ci sono? Funzionano? Sarà un problema di comunicazione, come dice la Ferragni, ma sinceramente e personalmente non sapremmo come trovarle. Insomma, se la situazione dei contagi è oramai una routine stagionale, non può esserci una sofferenza ciclica negli ospedali. Un perenne codice rosso: color Natale.