San Quirico e Ponte a Greve, nubi sul futuro

Il progetto della nuova chiesa andrebbe a ridurre il giardino del Campone e i residenti non ci stanno. Presentata una petizione con 1600 firme

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Non si spegne la polemica sulla costruzione tra via Fei e viuzzo delle Case nuove, fianco Coop, della nuova chiesa di San Lorenzo a Greve, che riunirà le parrocchie di San Quirico e Ponte a Greve. Il progetto andrebbe a mangiare parte del giardino del Campone, pur riqualificando la restante porzione con alberi e attrezzature sportive e pur prevedendo nuovi spazi verdi in altre aree del quartiere, tuttavia più lontane dall’abitato. Ubicazione della chiesa a scapito del giardino che non va giù ai cittadini del comitato Area verde di San Lorenzo a Greve, i quali hanno presentato a febbraio una petizione sottoscritta da 1.600 residenti per chiedere un’altra collocazione. La questione, vecchia tre lustri, si è rinfocolata a febbraio 2021, quando è stata annunciata da parte dell’amministrazione la permuta dei terreni destinati a nuove aree verdi con quello del Campone; lunedì sera, all’auditorium Piero della Francesca, si è accesa ancora di più nel corso dell’incontro ’Sul futuro del parco rionale’ (nella foto in alto a destra). Presenti anche il sindaco Dario Nardella, gli assessori Cecilia del Re e Alessandro Martini (nella foto in alto a sinistra), e il presidente del Q4 Mirko Dormentoni.

"L’argomento era cosa deciderà il sindaco in seguito alla petizione per la collocazione della nuova chiesa, non come verrà fatto il ‘parco’, nel giardino di appena mille metri quadri rimanente – sottolinea il comitato –. Ovviamente il parco va fatto e immediatamente, i cittadini lo chiedono da vent’anni e se fosse stato realizzato a tempo debito, oggi non si parlerebbe di costruirci un edificio. Invece il giardino è volutamente lasciato dal Comune poco curato, così da poter speculare sulla sua pseudoriqualificazione".

Il comitato ha fatto presente inoltre la probabile esistenza di un’area archeologicamente rilevante, per il ritrovamento, durante gli scavi per la costruzione del centro commerciale, di una necropoli romana. C’è poi la questione dell’inquinamento ambientale: andare a sottrarre verde a quest’area densamente costruita, potrebbe significare un netto peggioramento della qualità dell’aria nel rione. "Capiamo le perplessità di alcuni ma, come ha ricordato anche il sindaco, il progetto del parco rionale è l’unica alternativa che riesca a tenere insieme l’esigenza di un nuovo polo aggregativo, rivitalizzando e investendo in un’area verde scarsamente qualificata, e quella di rispondere alle richieste delle comunità religiose della zona – dicono Dormentoni e il presidente di Commissione Servizi al territorio Andrea Perini – Lo facciamo con un investimento di 600mila euro, che creerà un nuovo ‘cuore verde’ tra due rioni storici del quartiere e con il nuovo grande parco dei Lupi di Toscana che è a cinque minuti a piedi. L’alternativa è lasciare tutto com’è e non possiamo permettercelo".

Carlo Casini

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