FIRENZE
Cronaca

San Niccolò Quel piccolo mondo antico Verde, artisti e voglia di restare veri

Strappi di natura mozzafiato e senso di comunità, viaggio nel rione dove la magia si arrampica sulla storia. Ma il gioiello oggi chiede una tregua per reggere a turisti e movida: servono trasporti pubblici adeguati. .

San Niccolò Quel piccolo mondo antico Verde, artisti e voglia di restare veri

di Carlo Casini

È un piccolo mondo a sé San Niccolò. Sembra impossibile si trovi in centro, non fosse per quel continuum di botteghe di artisti e artigiani con Santo Spirito. A un centinaio di metri da Ponte Vecchio, passata piazza Santa Maria Soprarno, i colli precipitano d’improvviso in Arno con le loro coste, toponimo locale per indicare le viuzze collinari ancora all’interno delle mura, caso unico nel centro fiorentino tutto in vallata. Costa dei Magnoli, Costa San Giorgio, Costa Scarpuccia, tagliate dalle scalinate che salgono ripide la collina del Piazzale; al centro del rione, poco più giù, la meraviglia delle rampe del Poggi che scendono alla porta, la sola in tutta la cerchia ad aver mantenuto l’imponente torre di guardia senza capitozzature.

E qui tutto il groviglio di stradelle, viottole, gradinate, giardinetti, che ne fanno il rione più verde di tutto il centro. Tanto verde che salendo su per via dei Bastioni e via di Belvedere, si entra in campagna, tra ulivete, macchiette e in quest’inizio primavera, sbuca pure qualche asparago. E poi i parchi: forte Belvedere, Villa Bardini, il Giardino delle Rose e quello dell’Iris, che stanno per sbocciare in tutto il loro splendore. Tutto ciò, a un tiro di fionda dagli Uffizi. Appena entrati in quella strada da cui presero nome i mitici Litfiba (L’Italia Firenze via de’ Bardi, già che provavano in una cantina al 36), si apre un mondo dal sapore autentico, per quanto dominato da frotte di turisti. La topografia raccolta, ha permesso la sopravvivenza di un microcosmo di comunità anche in città, dove ancora le botteghe fanno da nodi di rete: "Qui si lavora ancora bene – dice l’ortolano a due passi dall’altra porta, quella a San Miniato – ci conosciamo tutti, è come essere in un paese, eppure siamo a due passi da Ponte Vecchio".

Non a caso, insieme alla cugina San Frediano, è l’ultimo rione del centro ad avere ancora una casa del popolo e che funziona alla grande e una palestra comunale autogestita. Tanto merito va anche al compianto ex parroco, don Gamucci, scomparso tre mesi fa a quasi cent’anni. Questa partecipazione alla cosa pubblica si esprime nel comitato rionale. Un ping pong con la politica locale che ha vinto varie battaglie, ultima il mantenimento degli ambulatori di cui si era paventata la chiusura. Rimangono nodi strutturali da risolvere, come la mobilità: "È la porta d’accesso alla Ztl d’Oltrarno, con tutti i problemi di accessibilità, traffico e parcheggio" spiega la presidente del comitato (ed ex assessora regionale) Sara Nocentini. La sfida è dare un trasporto pubblico efficace a questa zona, soprattutto in vista della bella stagione. Insieme alle rose a San Niccolò torneranno a sbocciare le lamentele per la difficile convivenza con la vita serale dei più giovani.