
S’intitola "San Miniato al Monte nella vicenda risorgimentale e nelle trasformazioni di Firenze Capitale" il volume a cura di Gabriele Paolini (RM Print Editore), pubblicato col sostegno della Fondazione Ada Cullino Marcori, che raccoglie gli atti della giornata di studi organizzata dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, dedicata al cimitero monumentale, le sue origini, la sua storia, il suo forte legame con la città, nell’ambito delle iniziative per celebrare i mille anni della basilica. Il volume è stato presentato ieri a San Miniato dal presidente della Fondazione Cosimo Ceccuti, dall’abate Dom Bernardo Francesco Maria Gianni, insieme alla direttrice de ‘La Nazione’ Agnese Pini e a Valdo Spini, presidente dell’Aici. "Il volume presentato raccoglie gli atti del convegno su San Miniato nel periodo di Firenze Capitale - spiega Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia - quando il cimitero diventò Monumentale e iniziò ad accogliere soprattutto i grandi spiriti, come fino a quel momento aveva fatto la Basilica di Santa Croce. Alle Porte Sante oggi riposano le grandi personalità come Collodi, Papini, Bonsanti, Spadolini, Saviane, Annigoni. San Miniato prosegue l’opera di unificazione nazionale ereditata da Santa Croce". Fra le personalità emergenti dalle pagine ci sono Giuseppe Dolfi e Pellegrino Artusi, Giuseppe Giusti e Pasquale Villari, Giuseppe Abbati e i Macchiaioli. Un autentico affresco della civiltà toscana dell’Ottocento. L’attenzione è stata posta sulla seconda metà del XIX secolo, in particolare sugli anni della Capitale a Firenze, fra 1865 e 1871, non solo per le attente ricostruzioni di tempi e modi in cui il Cimitero si inserisce nell’opera urbanistica di Giuseppe Poggi, ma anche per la crescente affezione dei fiorentini, che vi seppelliscono nel tempo i concittadini illustri.
Maurizio Costanzo