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Sambuca cambia pelle Cresce la zona industriale

Gli interventi puntano alla rigenerazione dell’ex area Laika e di quella adiacente. Opere infrastrutturali al servizio degli insediamenti di Furla e della Bartoli

Cambia pelle l’area industriale di Sambuca. Una rigenerazione industriale sulla scia dell’importante eredità lasciata dal sindaco Luigi Biagi, che alla fine degli anni 60 ebbe l’intuizione di trasformare un’area di campagna depressa in un distretto produttivo. Alla base del processo di cambiamento che ha appena preso avvio, c’è la riqualificazione di tutta l’area ex Laika, adiacente alla località del Pontenuovo, che prevede l’insediamento di nuove imprese e servizi. Spiega piega il sindaco David Baroncelli: "La zona sarà oggetto una complessa opera di riqualificazione edilizia e urbanistica. Questo grazie all’intervento di alcuni imprenditori, creatori di brand internazionali, con i quali sono in corso progetti di collaborazione. E grazie anche alla pianificazione operativa del Comune".

La zona industriale di Sambuca conta oltre 200 aziende con un indotto complessivo pari a un migliaio di lavoratori. Il processo di sviluppo interessa tutta l’area che fino a qualche anno fa, prima del trasferimento al Ponterotto a San Casciano, era occupata dalla Laika. L’intervento prevede la ricostruzione e l’adeguamento di alcuni capannoni, e nuovi parcheggi al servizio delle imprese. Altro intervento previsto la demolizione di un immobile incompiuto nell’area adiacente all’ex Laika. "Nell’area sta per arrivare la Bartoli, che si occupa di noleggio e commercio internazionale di semirimorchi", sottolinea il sindaco. "Questo porterà a un’operazione che comporterà la riqualificazione energetica, architettonica e funzionale delle due aree, l’ex Laika e quella adiacente, per realizzare un unico insediamento". Altro passaggio, la riqualificazione di via Caravaggio con parcheggi, illuminazione pubblica e vari elementi di arredo urbano. In questo caso gli interventi saranno a completamento delle opere di urbanizzazione dalla Furla.

Andrea Settefonti