Salone dei 500 "Pagano in pochi" Il Pd ribatte: "Critiche pretestuose"

Draghi (FdI): "Nell’ultimo anno meno del 4 per cento delle concessioni sono state a tariffa piena". Bundu e Palagi (Spc): "Che senso ha affittare così una parte storica? Spazio da restituire alla cittadinanza"

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Occhi puntati sul Salone dei Cinquecento, il luogo delle grandi occasioni quello dove essere invitati è ancora un onore. Solo che per le opposizioni sia di destra che di sinistra le concessioni del salone sono troppe e, soprattutto, non pagate abbastanza. "E’ vero – accusa il capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi – che la concessione del Salone dei Cinquecento è regolato da un disciplinare che prevede il pagamento di una quota, però se l’evento o la cerimonia sono ’fatti propri’ dalla giunta l’uso è gratuito oppure se la giunta delibera una ’dichiarazione di interesse’ il pagamento è solo un rimborso forfettario per i servizi accessori e l’eventuale chiusura del museo". Draghi ha messo insieme i numeri. "Nel 2020 (anno della pandemia) gli eventi sono stati solo 23: 16 “fatti propri” e 4 con “dichiarazione di interesse” solo in 3 casi è stata pagata la tariffa per un incasso totale di 270.715 euro. Nel 2021 gli eventi sono stati 37, di cui 28 “ fatti propri” e 7 con “dichiarazione di interesse”, solo 2 a prezzo pieno, per un incasso totale di 116.779 euro. L’anno scorso (2022) il salone è stato concesso per 76 eventi di cui 56 “fatti propri” e 17 con “dichiarazione di interesse”, ma anche in questo caso solo 3 eventi sono stati interamente pagati, per un incasso totale di 256.574 euro. Meno del 4% delle concessioni sono state a tariffa piena". Di qui la richiesta: l’elenco di tutte le concessioni.

L’uso di Palazzo Vecchio non convince nemmeno Dmitrij Palagi, Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune. "Abbiamo controllato gli oltre 70 provvedimenti pubblicati sul Salone dei Cinquecento per il 2022. Ed è impressionante vedere come per decine di occasioni la Giunta faccia proprio l’evento, o dichiari interesse, mentre solo in pochissimi casi (si contano sulle dita di una mano) non ci sono state agevolazioni. Che senso ha a possibilità di “affittare” una parte così storica della città, se poi quasi tutti gli eventi si vedono riconosciuti importanti sconti?". E la richiesta è per "restituire lo spazio alla cittadinanza" e "rivedere i regolamenti".

Immediata la replica del capogruppo del Pd Armentano: "Stupiscono le polemiche pretestuose di Draghi e Palagi. Dovrebbe essere una nota di merito il fatto che l’amministrazione faccia propri gli eventi o conceda agevolazioni sugli spazi a onlus, enti benefici o realtà che promuovono il territorio e la crescita culturale e sociale".

Pa.Fi.

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