
Striscione di protesta in centro
Firenze, 28 agosto 2019 - «Risponde del reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone il gestore di un locale di intrattenimento che non impedisca i continui schiamazzi provocati dagli avventori in sosta davanti al locale anche nelle ore notturne, poiché al gestore è imposto l’obbligo giuridico di controllare, anche con ricorso allo ius excludendi (cioè la «facoltà del proprietario di opporsi a ogni ingerenza degli estranei relativamente al bene oggetto del proprio diritto, quale che ne sia la giustificazione», ndr) o all’autorità, che la frequenza del locale da parte degli utenti non sfoci in condotte contrastanti con le norme poste a tutela dell’ordine e della tranquillità pubblica».
La Cassazione «condanna» definitivamente la movida «chiassosa», con una sentenza che conferma la responsabilità dei gestori per il disturbo alla quiete pubblica arrecato dai propri avventori. La sentenza in questione riguarda un locale di piazza Ghiberti, ma si rifletterà su altri casi «noti», come quelli di via de’ Benci, o su quelli che potranno verificarsi in futuro.
Soddisfatti i comitati anti movida selvaggia: «È una sentenza importante che ribadisce il ruolo che la legge assegna ai gestori per il solo fatto di esserlo. Anche la telefonata alle forze dell’ordine è citata come esempio di quello che avrebbero potuto almeno fare». Giuliano Leoni, anima del comitato Manoiquandosidorme, il gruppo di residenti che ha deciso di fare squadra per difendere il proprio diritto al sonno, commenta così la decisione della Cassazione. Si tratta di una sentenza storica per gli abitanti, accogliendo la tesi della parte civile e sostenendo la responsabilità dei gestori «che sono stati ritenuti colpevoli sia di aver tenuto la musica ad alto volume e sia per non aver esercitato alcun controllo rispetto alle condotte dei clienti, non adottando quindi misure idonee». «Il gestore ha degli obblighi – prosegue Leoni – e non può lavarsene le mani. Ma anche il Comune deve fare la sua parte, non si può aspettare la Magistratura. Il sindaco è il responsabile della salute dei cittadini, non dimentichiamolo».
«I gestori dei locali sono imprenditori non educatori... Le buone maniere si imparano a casa e nelle scuole. Noi possiamo aiutare in un’attività di sensibilizzazione ma non possiamo di certo sostituirci nel ruolo. Tra l’altro c’è una sentenza del 2018 secondo la quale il gestore non ha nessun potere coercitivo per andare in strada e imporre qualcosa a chi è fuori». Riccardo Tarantoli, presidente Silb Confcommercio Firenze, non usa giri di parole e rinnova la disponibilità «della categoria a collaborare per trovare il giusto compromesso tra diritto al lavoro, al sonno e al divertimento». «Credo che occorra maggiore dialogo tra imprenditori e abitanti – conclude Tarantoli – e tanto buon senso. In Italia, noi gestori dei locali, siamo sottoposti a un regolamento che è il più restrittivo d’Europa».