Rsa toscane lanciano sos: "Situazione emergenziale per mancanza di infermieri"

Si fanno sentire molto anche i rincari. I gestori dovranno aumentare di circa 13 euro la quota di parte sociale alle famiglie a partire dal primo gennaio 2023

"Rsa a rischio chiusura in Toscana" (Foto Ansa)

"Rsa a rischio chiusura in Toscana" (Foto Ansa)

Firenze, 22 novembre 2022 - Rsa in fortissima crisi. I gestori dovranno aumentare di circa 13 euro la quota di parte sociale alle famiglie a partire dal primo gennaio 2023; quota sociale che la Regione aveva calcolato e indicato ai Comuni, molti anni fa, in 53,32 euro. 

Intanto, oggi pomeriggio e domani mattina i gestori delle Rsa private della Toscana protestano davanti alla sede del Consiglio regionale a Firenze, in concomitanza con la seduta d'aula. Come spiega una nota, i presidenti delle associazioni rappresentative dei gestori delle Rsa e dei centri diurni accreditati del Terzo settore, del privato e del sistema pubblico, sono stati ricevuti dall'assessore regionale al Sociale Serena Spinelli e dal direttore generale dell'assessorato alla sanità, Federico Gelli, per "esaminare la grave situazione emergenziale in cui si trovano le strutture sociosanitarie".

Emergenza, sottolineano, "sia sul piano gestionale e finanziario, sia per la carenza di infermieri e di personale addetto alla diretta assistenza. Situazione grave, che tocca anche i lavoratori, discriminati negli stipendi rispetto ai dipendenti pubblici impiegati in analoghi servizi sociosanitari, sia le famiglie, chiamate a sostenere gli aumenti dei costi dei ricoveri per la quota di parte sociale".

Le Rsa in Toscana, ricordano, sono 322 con 11.000 posti letto accreditati su 12.800 autorizzati.

Le quote sanitarie effettivamente erogate dalle Asl sono circa 10.000 al giorno. Per i gestori "le spese che le strutture sociosanitarie stanno sostenendo, sommate al caro bolletta e all'inflazione che ha ulteriormente aumentato tutti i costi, ha reso la situazione insostenibile. I gestori, per tutelare gli enti e le imprese, faranno certificare la situazione gestionale da un ente autorevole e terzo, per poi intraprendere tutte le iniziative necessarie per rimettere a posto i conti e assicurare così la continuità dei servizi, quindi l'assistenza agli anziani insieme ai posti di lavoro".

 

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