REDAZIONE FIRENZE

Roveta, avanti tutta per il recupero. Obiettivo: tornare a imbottigliare

Prima le analisi delle acque, poi il riconoscimento del ministero. Verso la riapertura dell’iconica struttura

La struttura ricettiva chiusa da tempo, dopo una breve parentesi nei primi anni 2000

La struttura ricettiva chiusa da tempo, dopo una breve parentesi nei primi anni 2000

Tornerà a vivere uno dei pezzi di storia delle colline di Scandicci, ovvero l’acqua Roveta. Ci vorrà del tempo, ma la strada è tracciata. Quasi un anno fa, con decreto del ministero della Salute pubblicato in Gazzetta ufficiale, è arrivato il riconoscimento ufficiale. La richiesta era stata presentata dalla proprietà dell’area, ovvero la Fattoria di San Michele a Torri del patron di Savino Del Bene Paolo Nocentini. Dall’acquisizione della sorgente e del vicino albergo, praticamente un pezzo di storia di Scandicci da inizio Novecento, Nocentini ha dato mandato ai suoi di capire se fosse possibile recuperare l’acqua. Le ricerche sono cominciate nel 2020; trovata la falda, è arrivato il momento di chiedere il riconoscimento ministeriale, che è arrivato dopo le analisi delle acque. Il pozzo è stato denominato Roveta 1- Azzurra, nome storico con il quale era indicata l’acqua naturale. L’obiettivo fissato è l’imbottigliamento e la vendita.

La prima autorizzazione, si legge nella Gazzetta Ufficiale, venne concessa con decreto del Ministero dell’interno il 16 marzo 1925; dal 1978 tuttavia le vendite erano sospese. La concessione mineraria "Roveta" risultava decaduta dal 1977, ma incredibilmente l’autorizzazione per la libera vendita non è mai stata sottoposta a revisione. La sorgente Roveta, i resti dello stabilimento, sono diventati negli anni meta di un turismo consapevole da parte di appassionati di storia locale e archeologia industriale. Ma l’autorizzazione a imbottigliare di nuovo l’acqua apre uno scenario incredibile, grazie alla determinazione e al mecenatismo territoriale di Paolo Nocentini, che un pezzetto alla volta, sta recuperando tutti i pezzi pregiati di Scandicci; dalla Fattoria di San Michele a Torri, alla Badia di Settimo, museo a cielo aperto al centro di lavori di scavo in collaborazione con la Soprintendenza per arrivare alla sorgente Roveta e all’albergo a essa collegato.

La struttura ricettiva, ha avuto una parentesi di riapertura a cavallo dei primi anni ‘2000, ma è ferma da tanto, troppo tempo. Un albergo prezioso e storico, che ha ospitato i ritiri della nazionale di Pozzo e Valcareggi, oltre a quelli della Fiorentina. I giocatori ‘passavano le acque’ per ripulire i reni secondo le tendenze dell’epoca, e godevano degli agi di quella che era chiamata ‘stazione climatica’ a due passi dalla città. Il progetto di Nocentini è ricominciare a imbottigliare, e riaprire l’hotel per restituire alla vita questo pezzo pregiato delle colline di Scandicci.

Fabrizio Morviducci