Roberto Cavalli dice addio a Firenze dopo mezzo secolo

Chiiude la sede dell'Osmannoro, le attività del brand trasferite a Milano. Solo 40-50 lavoratori dei 170 totali hanno accettato il trasferimento

Il sindaco di Sesto Fiorentino, Falchi, saluta i lavoratori (Fotocronache Germogli)

Il sindaco di Sesto Fiorentino, Falchi, saluta i lavoratori (Fotocronache Germogli)

Sesto Fiorentino (Firenze), 31 marzo 2021 - Dopo 51 anni di presenza e successi il brand di alta moda Roberto Cavalli lascia Firenze. Oggi è stato l’ultimo giorno di lavoro per gli ultimi dipendenti, una ventina in totale, rimasti al lavoro nello stabilimento di Sesto Fiorentino, zona Osmannoro, per ultimare una serie di passaggi burocratici legati al trasferimento dell’azienda a Milano. Poi chiuderanno definitivamente i battenti per il polo produttivo.

Un giorno triste per i lavoratori, alcuni dei quali questa mattina sono scesi davanti all’azienda per raccontare la loro vicenda. Solo tra i 40 e 50 dipendenti dello stabilimento fiorentino – stando ai numeri forniti da Filctem Cgil e Femca Cisl – avrebbero accettato il trasferimento a Milano ma in realtà del gruppo farebbero parte quasi tutti ex dipendenti della sede di Milano traferiti a Firenze dall’azienda anni fa che ora, comprensibilmente, hanno optato per il ritorno a casa.

Quasi tutti gli altri, invece, hanno deciso di rimanere a Firenze accettando il piano sociale proposto dall’azienda, il fondo immobiliare Damac Properties di Dubai, che prevedeva il licenziamento con corresponsione da 8 a 11 mensilità, a seconda dell’anzianità di servizio. Fra i lavoratori che hanno perso il lavoro, fra l’altro, moltissimi sono over 50 o over 60, con un bagaglio enorme di esperienze acquisite in tanti anni di lavoro nel settore moda ma oggettivi difficoltà chiaramente nel potersi ricollocare nel mondo del lavoro.

Ieri a portare la solidarietà ai dipendenti Cavalli ancora presenti nell’ultimo, dolorosissimo, giorno di lavoro è arrivato il sindaco sestese Lorenzo Falchi che ha ribadito che la destinazione dell’area dell’ex stabilimento continuerà a rimanere produttiva: “Oggi - ha detto - è una giornata di grande amarezza e anche di grande rabbia. Chiudere una esperienza come quella di Roberto Cavalli che ha sempre avuto uno stretto radicamento con il territorio per decisioni scellerate è una scelta che provoca rabbia. Fin dall’inizio abbiamo seguito la vicenda parlando del trasferimento come di licenziamenti camuffati: credo che ci vogliano regole diverse e strumenti giuridici che non consentano quello accaduto con la Cavalli e che le persone siano trattate come cose”.

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