Se la fisica e la meccanica quantistica non vi stanno particolarmente simpatiche e vi risultano difficili da seguire, non avete mai ascoltato Gabriella Greison. La ’rockstar della fisica’ – ha scritto ben 12 libri, tra cui ’L’incredibile cena dei fisici quantistici’ che è ancora campione di vendite – si è presa il palco del Festival di Luce! come se fosse uno dei tanti teatri dove raccoglie il tutto esaurito. Una vera e propria influencer della scienza grazie ai social, ai libri e, appunto, ai suoi tour durante i quali riesce a spiegare la scienza anche agli ’alunni’ più distratti, in modo semplice e appassionato. È partita da Erwin Schroedinger e dalla sua rivoluzione scientifica che ci permette oggi di parlare e maneggiare l’intelligenza artificiale.
"Schroedinger e i fisici in generale ce li immaginiamo con occhialini tondi, chiusi nelle loro stanze, piegati sui libri. Ma non è cosi" dice la scrittrice, giornalista e attrice. Quindi, come se raccontasse una favola, prosegue: "Schroedinger aveva due passioni: le belle donne e la fisica. Ma fino a 26 anni è stato un pelandrone e un pigro. Aveva scritto alcuni articoli ma niente di che". La svolta c’è stata nel 1913, entrando nell’aula magna dell’università di Vienna per assistere a una lezione di Albert Einstein. "Il relatore stupì tutti perché invece di parlare della relatività discusse una sua nuova teoria sulla luce, che doveva essere interpretata diversamente. E così si scoprirono i quanti di energia e si scoprì che luce e materia erano la stessa cosa" dice la scrittrice ricordando poi che Schroedinger e Einstein continuarono a scriversi lettere e scambiarsi idee per tutta la vita. Secondo Greison, la nascita della IA si deve alla fisica quantistica. "Stiamo vivendo una seconda rivoluzione e dobbiamo stare al passo, senza lamentarci: la fisica migliora la vita delle persone" sostiene precisando che se la prima rivoluzione quantistica ha portato allo sviluppo dei computer e cellulari, "questa seconda rivoluzione al machine learning e all’IA che ci aiutano in tutte le discipline". Portando come esempio il suo recente viaggio in Cina, l’artista ammette di non avere paura della tecnologia. "I lampioni sono pieni di telecamere, con il telefonino puoi fare tutto: vedere diffusa ovunque la mia immagine non mi fa pausa se questo migliora la mia vita" conclude.