BARBARA BERTI
Cronaca

Rivoluzione Pergola. Accordo con Giorgetti. Lunedì convocato il Cda

Fratelli d’Italia insorge: "Consiglio scaduto: può occuparsi solo di ordinaria amministrazione, altrimenti è illegittimo". Replica Palazzo Vecchio .

Marco Giorgetti

Marco Giorgetti

Il dado è tratto. Almeno così sembra. Lo strappo tra Marco Giorgetti, direttore generale della Fondazione Teatro della Toscana, con capofila la Pergola di Firenze (Rifredi ed Era di Pontedera le altre sale) e Palazzo Vecchio è definitivo ma c’è un accordo condiviso. Da fine aprile, subito dopo l’approvazione del bilancio, il destino di Giorgetti era segnato (nonostante lo stesso dg avesse tentato di smentire). "È stato deciso di procedere nei prossimi giorni alla definizione della conclusione del rapporto" recitava la nota diffusa al termine del Cda e dell’assemblea dei soci della Fondazione. Ma Giorgetti, ben consapevole di avere ancora due anni di contratto (fino al 31 dicembre 2027), pareva intenzionato a non volere uscire di scena così facilmente, dopo 25 lunghi anni. Adesso, però, dopo giorni di incontri e scambi di documenti e pareri legali, sembra che il divorzio sia (quasi) consensuale e imminente. Sicuramente la buonuscita sarà molto più bassa di quei 500mila euro richiesti dallo stesso Giorgetti che per il ruolo ricoperto riceve una retribuzione annua lorda onnicomprensiva di 160.000 euro. Domani, giorno per cui è stato convocato il Cda della Pergola, la sindaca Sara Funaro – in qualità di presidente del Cda – proporrà un accordo già discusso con Giorgetti e parte di confronti legali, che poi sarà definitivo a stretto giro. Dopodiché il ruolo di dg sarà affidato a interim a una figura tecnica (la Fondazione non può restare senza un responsabile legale) in attesa di trovare la persona giusta, con l’attuale direttore generale della Fondazione Ort, Marco Parri, sempre in pole position. E Giorgetti? Per lui finisce il periodo di aspettativa e sarà reintegrato tra i dipendenti del MiC.

Sul Cda in programma domani, i consiglieri FdI Angela Sirello e Matteo Chelli di Fratelli d’Italia attaccano l’amministrazione comunale parlando della convocazione come una "grave forzatura istituzionale" e diffidando "la sindaca da compiere atti contrari alla normativa vigente". L’assessore alla Cultura, Giovanni Bettarini spegne subito le polemiche. "I toni dei consiglieri sono gravi e inaccettabili, è impensabile che ritengano di poter diffidare la sindaca a esercitare il suo ruolo di presidente del Teatro della Toscana" la replica di Bettarini che chiarisce: "Il Cda pur in attesa della nomina del nuovo consiglio, mantiene tutti i poteri per la gestione ordinaria, comprese le questioni che riguardano le nomine".