Ristoranti choc, in città record di chiusure

Colpa della spiccata vocazione turistica. Le associazioni chiedono di abolire subito le restrizioni e soprattutto il coprifuoco alle 22

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Nella drammatica classifica dell’anno nero del Covid, Firenze è la città d’Italia che ha fatto segnare il numero più alto in assoluto di locali e attività chiuse nel settore della ristorazione. Il dato è impressionante: il capoluogo toscano ha registrato un numero record, in negativo, pari al +87% di locali chiusi rispetto al 2019. I numeri parlano chiaro: il 2020 passerà alla storia senza dubbio come l’annus horribilis per la ristorazione, e non solo. Secondo il rapporto 2021 dell’Osservatorio Ristorazione, spin-off dell’agenzia RistoratoreTop, nel 2020 hanno chiuso i battenti 22.692 imprese del settore, mentre ne sono state avviate appena 9.207, il dato più basso degli ultimi 10 anni. Nell’anno nero del Covid dunque, la ristorazione ha perso circa il 40% del volume di fatturato registrato nel 2019, anno dei record per la spesa alimentare fuori casa, quando si era registrato un fatturato di 86 miliardi euro. Record di chiusure per Roma, con 1.518 attività che non riapriranno, seguita da Milano (-722) e Torino (-549), ma quella che ha registrato l’incremento maggiore di locali scomparsi rispetto all’anno precedente è Firenze, con un +87% di locali chiusi rispetto ai dati 2019.

"Purtroppo sono dati che non ci sorprendono, Firenze come città d’arte soffre più di tutte le altre. Ci ritroviamo in un centro abbandonato dai residenti e svuotato di turisti – sottolinea Aldo Cursano, presidente Confcommercio Firenze – Tra l’altro i flussi internazionali non riprenderanno prima del 2023 e il mercato interno, con una capacità di spesa limitata, non basta. Bisogna assolutamente riparametrare tutte le fonti di costo alle entrate".

E’ dello stesso parere Claudio Bianchi, presidente Confesercenti Firenze, secondo il quale "il dato conferma tutte le nostre più drammatiche previsioni: lo tsunami coronavirus ha picchiato ovunque ma soprattutto in una città come la nostra che da sempre vive di turismo e mobilità delle persone". "Adesso cerchiamo di ripartire ma è dura fino a quando non verranno eliminate le limitazioni relative al coprifuoco e allo stop al chiuso delle attività" sottolinea Bianchi. Il 2020 rimarrà alla storia, secondo l’Osservatorio Ristorazione, anche come l’anno che ha visto il 77% dei locali lavorare con le consegne a domicilio, prevalentemente con propria flotta di rider, e il 27% degli imprenditori del settore avviare una dark kitchen oppure un brand virtuale per far fronte alle chiusure forzate. "In tanti hanno dimostrato resistenza e adattamento vero ma i dati negativi non ci sorprendono, considerato il crollo della domanda turistica e le restrizioni alla libera circolazione – analizza Francesco Fossi di Cna Agroalimentare Firenze – Adesso, a ripartenza avviata, occorre modificare subito alcune questioni, come quella del coprifuoco alle 22. Non è solo il commercio con la ristorazione a pagarne lo scotto ma anche agricoltura e artigianato, insomma l’intera filiera produttiva".

Rossella Conte

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