Giovane rider morto mentre consegna la cena. C'è un indagato per omicidio stradale

La Cgil indice uno sciopero, la politica chiede al Parlamento di intervenire in un settore "senza regole"

Sebastian Galassi, il giovane rider morto in uno scontro con un'auto

Sebastian Galassi, il giovane rider morto in uno scontro con un'auto

Firenze, 3 ottobre 2022 -  Adesso resta un’indagine della magistratura e tante parole, dopo l’ennesima tragedia che coinvolge un giovane rider. Lui, invece, non c’è più. Sebastian Galassi, fiorentino di 26 anni, è morto per le conseguenze di un tremendo incidente avvenuto sabato sera a Varlungo, all’incrocio tra via De Nicola e via Gobetti.

La dinamica è al vaglio della magistratura. Lo scooter Honda Sh, con cui Galassi stava consegnando cibo per “Glovo“, proveniva dal centro e stava svoltando a sinistra. Un Range Rover proveniva nella direzione opposta. C’è stato un impatto, che ha scaraventato il giovane rider sull’asfalto dove una terza auto, una Audi, l’ha investito.

Il sostituto procuratore Fedele La Terza ha disposto il sequestro dei tre mezzi, ha iscritto (come atto dovuto) il conducente del suv sul registro degli indagati per omicidio stradale e ha delegato la polizia municipale a compiere accertamenti su quell’incrocio, regolamentato da un semaforo. Qualcuno è passato con il rosso?

Galassi è arrivato a Careggi in condizioni disperate. Ieri mattina è morto. Faceva il grafico web, studiava, giocava a calcetto con la Lion King, si manteneva correndo da una parte all’altra della città facendo il delivery. Aveva perso la mamma nel 2018.

In seguito all’incidente i sindacati Filcams-Filt-Nidil Cgil hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dei rider fiorentini per il 5 ottobre. Aspettano gli approfondimenti delle indagini ma intanto esprimono "profondo dolore e vicinanza alla famiglia" e "tanta rabbia" per "un’altra morte inaccettabile, in un settore dove la sicurezza sul lavoro è ancora troppo spesso un diritto da conquistare, così come salari dignitosi e diritti tante volte sono una chimera, all’interno di un sistema che spinge alla produttività a discapito delle tutele".

Sulla stessa linea il sindaco Dario Nardella: "È l’ennesimo caduto sul lavoro, ma ciò che fa più rabbia è l’ennesimo rider morto mentre correva per rispettare i tempi di consegna. Come Willy a Livorno, Roman Emiliano sul Terragno, Romulo a Montecatini: zero tutele, ritmi insostenibili, pochi diritti. Da anni a Firenze ci battiamo per la dignità di tutti i lavoratori e dei riders in particolare. Lanciati in bici o in moto" per "una corsa per pochi euro", che "costa la vita. Tutto questo è abominevole".

Per il governatore della Toscana Eugenio Giani "il comfort degli utenti non può essere pagato con le mancate tutele dei rider: tutti noi dobbiamo cambiare mentalità e chiedere uniti al nuovo Parlamento di intervenire in fretta arrestando il numero dei tanti, troppi, lavoratori morti". L’assessore regionale al lavoro Alessandra Nardini ricorda che "in Toscana, qualche mese fa, abbiamo sottoscritto un protocollo tra Regione, Cgil, Cisl e Uil, varie aziende toscane del food delivery e il Comitato Regionale Consumatori Utenti; l’obiettivo a cui vogliamo tendere è il riconoscimento della loro condizione di lavoratrici e lavoratori subordinati".

STEFANO BROGIONI

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