GIOVANNI
Cronaca

Riccardo Muti merita la nomina a senatore a vita

Giovanni

Pallanti

Il 28 luglio il maestro Riccardo Muti compie 80 anni. Diventò famoso come direttore dell’orchestra del Maggio musicale fiorentino, appena ventottenne. Fu La Nazione a farlo conoscere, tramite gli scritti critici di Leonardo Pinzauti come geniale musicista in Italia e nel mondo. Riccardo Muti ha diretto le orchestre più importanti a Milano, Ravenna, Londra, a New York, a Salisburgo, a Vienna e a Chicago. In tutti i continenti la musica lirica italiana è conosciuta ed amata per una tradizione di grandi cantanti e di grandi musicisti di cui Muti è l’ultimo vero campione. Se nel mondo si parla italiano lo si deve in gran parte all’opera lirica, alla Chiesa cattolica (la lingua ufficiale del Papa è l’italiano) e alla storia dell’arte.

Riccardo Muti è un ambasciatore della nostra cultura e un grande interprete dei maggiori compositori fin qui vissuti. Meriterebbe di essere nominato senatore a vita, per avere illustrato con i suoi meriti artistici ed umani, l’Italia nel mondo. Muti infatti, ha diretto anche concerti di musica sinfonica in luoghi dove i popoli erano dilaniati dalla guerra. Nel Senato italiano, sia in quello Regio che in quello Repubblicano, sono stati senatori Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Claudio Abbado. Ora se lo merita Riccardo Muti.

Ci sono dei partiti politici che vorrebbero riformare la Costituzione per abolire i senatori a vita: sciocchezze frutto dell’ignoranza. In un Parlamento sempre più formato, grazie ad un elettorato disilluso, da personaggi senza, o con poche qualità, i senatori a vita sono la testimonianza della cultura e dell’arte italiana, che altrimenti non sarebbero mai entrate in Parlamento. Eugenio Montale, Mario Luzi e Renzo Piano sarebbero mai stati eletti senatori? No. Ecco perché un grande italiano come Riccardo Muti merita di entrare nel Senato della Repubblica.