ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Restyling, gara deserta Si riparte col piano B Nuovo bando e progetto Al Tar con sospensiva

I sette raggruppamenti che avevano manifestato interesse all’ultimo si sono ritirati: dopo molte richieste di chiarimenti. Ma Palazzo Vecchio non si arrende e chiede anche i danni.

Restyling, gara deserta Si riparte col piano B Nuovo bando e progetto Al Tar con sospensiva

di Ilaria Ulivelli

Amara sorpresa. Si sono ritirati tutti. La gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori di restyling del Franchi è andato deserta. E ora si cambia di nuovo: procedura, tipo di gara, assegnazione e tempi, senza però sforare su quelli previsti da Pnrr. Ossia, stadio pronto entro il 2026. Il Comune annuncia il ricorso al Tar contro il decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 maggio scorso (quindi c’è tempo fino al 3 luglio, ma ormai ci siamo) con cui è stato cancellato il finanziamento assegnato, sempre per decreto, il 22 aprile 2022.

Palazzo Vecchio chiederà la sospensiva (se la ottenesse riceverebbe i 55 milioni, che ovviamente non userebbe prima del pronunciamento) e anche i danni, perché ce ne sono stati. Evidenti. Perché l’amministrazione fiorentina era avanti, aveva corso, quindi il definanziamento ha inciso pesantemente, cosa che non sarebbe successa par la stragrande maggioranza dei lavori nel Pnrr nel resto d’Italia, ancora indietro.

Nel frattempo il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, alza la mano per togliersi le responsabilità e attribuirle al precedente governo. Per dire che le contestazioni fatte dall’Ue per gli stadi "non sono riferibili a noi". "Non sono stata io a inserire lo stadio di Firenze nel Pnrr – spiega – Stiamo producendo molte carte cercando di dare continuità ad un piano di cui non avevamo la responsabilità". Ma intanto la terza tranche da 19 miliardi per l’Italia non arriva, anche se lo stadio di Firenze è stato stralciato come richiesto dalla commissione europea.

Dunque? Nel giorno della prostrazione generale, in cui Firenze pensa che i giochi ormai siano fatti, a Palazzo Vecchio c’è l’incrollabile convincimento che lo stadio nuovo si farà. Nonostante le avversità e nonostante le cose si siano messe parecchio di traverso, anche oltre l’immaginabile. Tra i sette raggruppamenti di aziende che si erano affacciati, manifestando interesse per l’appalto integrato (che prevedeva anche la realizzazione del progetto esecutivo), c’era anche We Build, il gruppo più grande d’Italia. Hanno fatto tutti retromarcia perché l’affare non era redditizio, per i tentennamenti, le incertezze: fino a qualche giorno fa avevano chiesto più tempo, avevano fatto domande su domande. Si ripresenteranno alla prossima gara? L’intenzione c’è. E se non si presenteranno, si andrà alla procedura negoziata. Nella prima tranche di lavori si assegneranno i 135 milioni del piano nazionale complementare al Pnrr (è autonomo ma segue le stesse regole), poi ci sono circa 6 milioni del Comune. Il resto si farà in lotti successivi, senza mai interrompere i lavori.

Come si fa a rispettare i tempi? L’appalto integrato prevedeva l’assegnazione dei lavori, ma anche la progettazione esecutiva che avrebbe dovuto essere presentata entro il 30 ottobre. Ora non sarà più così, il progetto esecutivo lo farà Arup in un tempo più rapido, perché il progetto lo conosce bene. C’è già un accordo di massima: il costo di oltre 3 milioni e 600mila euro dovrà essere ribassato del 30% (circa 2 milioni e mezzo). Nel piano B al progetto esecutivo farà seguito un nuovo bando di gara, semplice, non un appalto integrato da chiudersi entro il 15 novembre. Se anche la seconda gara dovesse andare deserta a quel punto si andrebbe a procedura negoziata.

Lo stadio nuovo si farà perché non si possono perdere i 135 milioni di euro dati dal ministero della Cultura proprio per salvare il Franchi. Entro fine dicembre partiranno i lavori. Si comincerà dalla Ferrovia, mettendo le fondamenta per la nuova curva e ripristinando il cemento con un lavoro da chirurgo con fibre di carbonio. Un modo per non impattare troppo sulla capienza dello stadio. A luglio il Comune metterà a bilancio i primi 10 milioni per il nuovo Padovani.