LUCA
Cronaca

Rassegna letteraria. Le novità editoriali di fine Ottocento. Dalla riforma del sistema scolastico ai romanzi di Maria Montemerli

Ferdinando Martini teneva una sua rubrica settimanale sui testi che uscivano in libreria. In questo articolo del 16 agosto 1863 tanti i temi, dalla legge sull’istruzione alla biografia di La Marmora.

Ferdinando Martini, uomo politico e letterato, sulle pagine de La Nazione teneva una rassegna s. ulle novità editoriali

Ferdinando Martini, uomo politico e letterato, sulle pagine de La Nazione teneva una rassegna s. ulle novità editoriali

Di pubblica istruzione molto si ciarla in Italia; poco se ne ragiona: da ogni parte un gracchiare contro le leggi che regolano l’insegnamento, un lamentarsi, uno sparlare dei Ministri, che, al dire de’ malcontenti, poco e male adoperano intorno a così importante materia. (…)

Infatti qual è il fine al quale deve mirare un perfetto sistema d’istruzione e di educazione pubblica? "Relativamente all’individuo, così il Daneo, esso deve tendere coi mezzi più facili e nello stesso tempo più certi al miglioramento fisico, intel lettuale e morale". Tutte queste condizioni adempie la legge Casati: al miglioramento fisico provvede prescrivendo locali ampi, ricchi di aria e di luce, e in alcune scuole, esercizi ginnastici e militari; provvede all’intellettuale collo studio della lingua materna in prima, poi delle classiche antiche e delle moderne viventi, delle scienze speculative e sperimentali; al morale finalmente collo svolgimento ampio dell’insegnamento religioso, massime nelle scuole elementari.

Inoltre: la legge Casati, dividendo la Istruzione secondaria in classica e tecnica, congiungendo, per servirmi delle parole dell’autore, le arti del bello alla conoscenza delle industrie, fa sì che l’incremento intellettuale e morale vada di pari passo coi miglioramenti materiali. (...)

I municipii della città, nei quali s’accoglie parte dell’intelligenza nazionale, sanno i vantaggi della istruzione e pagano adeguatamente i maestri; non così i municipii di campagna (…) che rispondono minacciando di dar l’istruzione in mano al clero che volenteroso si offre (e ognuno intende il perché della generosità insolita dei reverendi). Ora la legge Casati, colla sorveglianza governativa, pone un limite alle grettezze delle quali abbiamo parlato mentre decretando l’istruzione elementare obbligatoria (V. articoli 317, 319, 326 e 327) sventa le mène del clero oscurantista, e pone in atto il desiderio del Foscolo, che negli ultimi anni della sua vita raccomandava di render laica la pubblica istruzione. (…)

E di virtù domestiche e cittadine, esempio, non che bellissimo, raro fu il generale Alberto Ferrero Della Marmora, di cui Filippo Vivanet pubblicò, non ha guari l’elogio, da lui in prima letto nella Università del capoluogo della Sardegna, alla quale fu il Lamarmora amico, caldo e sincero. E dicemmo raro perché egli fu uno di quei pochi che, nati d’illustre famiglia, seppero trovare nella nobiltà del nome, non la scusa agli ozi indecorosi nei quali si crogiola gran parte dell’aristocrazia, ma lo stimolo ad opere utili e a generose intraprese. Datosi agli studii militari, fece parte, ancora giovinetto, dell’armata d’Italia, e sotto i comandi del Beauharnais combatte nel 1809 presso Wagram e nel 1813 a Lutzen e a Bautzen, ove fu decorato della legion d’onore dalle mani istesse dell’imperatore. (...)

Queste cose viene forbitamente narrando il Vivanet nell’Elogio; del quale alcune pagine sembrarono a noi commendabilissime per una vigoria di stile che raramente s’incontra nei libri odierni: quelle specialmente ove l’autore si fa a descrivere lo stato dell’Europa poco avanti la rivoluzione francese; quando l’assemblea costituente, che è quanto dire la sovranità popolare, si nascondeva dietro la modesta adunanza degli Stati generali. (...)

Ed ora lasciando la storia per scendere a studi meno severi, vogliamo prima di dar fine a questa nostra rassegna trattenerci alcun poco intorno ad un Romanzo della signora Maria Montemerli pubblicato a Parigi dall’Hachette e intitolato Les sensations d’une morte. (…) In generale si ha oggi l’opinione che il romanzo faccia parte di quella letteratura che chiamano leggera per non dirla inutile; noi invece crediamo ch’esso sia destinato, insieme colla commedia, a formare parte importantissima della letteratura dei tempi che verranno. (…) Ella che ha potenza di fare e di fare ottimamente, non si sgomenti dei frivoli successi degli scrittori falsi ed esagerati, pensi che ove non è verità non è bellezza e si conforti considerando (citerò le opere di una donna celebre) che Valentine è oggi più popolare che Lelia; che Mauprat si legge ancora mentre si dimentica Daniela. (...)