Rapina un’avvocatessa e si rifugia in chiesa

La Mobile ferma un ventiduenne. L’aggressione in centro. "Mi ha minacciata con una bottiglia, scaraventata a terra e trascinata"

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Il cuore del centro (Strozzi-Tornabuoni); le Cascine. E una casa-rifugio insospettabile, i locali e le pertinenze della chiesa di S. Maria Maggiore in Vicofaro di don Massimo Biancalani, a Pistoia, rifugio d’immigrati. E’ la logistica a raccontare d’una rapinaccia, alle 3 di giovedì nel salotto cittadino. E anche di una microcriminalità sempre più invasiva.

Vediamo. L’episodio innanzitutto. L’aggressore ha 22 anni, è del Gambia, bazzica le Cascine e si rifugia spesso in parrocchia. La squadra Mobile diretta da Andrea di Giannantonio l’ha identificato, rintracciato, posto in stato di fermo, sentito il pm Christine Von Borries. La vittima è Alessandra Moroni, 53 anni, avvocatessa. Stava tornando a casa dopo aver lavorato fino a tardi.

L’aggressione – Dieci minuti di paura nera per la donna che si accorge di essere seguita da via della Spada: dietro a lei, c’è solo quel giovane di colore. "Dammi una sigaretta, dammi una sigaretta", le urla da venti-trenta metri. Lei affretta il passo, il respiro affannoso. Sentiamolo dalla viva voce della protagonista (suo malgrado): "Avevo finito tardi di lavorare, stavo rientrando alla mia abitazione in centro. Ho sentito qualcuno alle mie spalle, sempre più vicino. Mi sono girata: era un giovane uomo di pelle nera con giubbotto con cappuccio calzato e bottiglia in mano. Non m’impaurisco a vedere extracomunitari di notte, ci sono abituata, vivo in centro e non avevo avuto esperienze di atti di criminalità. Ho svoltato all’improvviso per vedere se mi seguiva e lo ha fatto anche lui. Ha cominciato a chiedermi una sigaretta, gli ho risposto che non fumo. Mi ha incalzata per avere una sigaretta. Io ho accelerato il passo, ma lui mi è venuto addosso e mi ha minacciata di spaccarmi la bottiglia in testa. Mi ha fatto cadere, preso la borsa e tirata. Mi ha trascinata perché mi sono opposta. E’ riuscito a strapparmi la borsa, io l’ho rincorso, ho suonato alcuni campanelli e chiesto aiuto. In piazza Signoria ho trovato un’auto della Municipale e guardie Securitas: tramite loro ho chiamato il 112. Ho rinunciato all’ambulanza (nonostante abrasioni alle ginocchia, ndc) e sono andata ai carabinieri in Borgo Ognissanti per fare la denuncia. Giovedi alle 19.30 mi ha contattato la Mobile: avevano preso un uomo con cellulare come il mio, 345 euro in tasca (a me ne ha rubati circa 600) e trovato il computer, usb e firma digitale. Ho fatto il riconoscimento con le foto segnaletiche e mi hanno restituito gli oggetti. Venerdì mi hanno chiamato i carabinieri: avevano ritrovato borsa e quasi tutto il contenuto. Operazioni eccellenti: voglio ringraziare le nostre istituzioni di pubblica sicurezza".

L’indagine – La Mobile si ‘avventa’ sull’episodio. Filmati di videosorveglianza rimandano ad un giovane più che sospetto (l’unico a giro a quell’ora) ‘riagganciato’ dalla telecamera di via della Spada e seguito nel percorso di fuga a ritroso. Giubbotto di colore rosso, cappuccio e felpa. La sua fisionomia si ‘sovrappone’ a certe sue foto segnaletiche. Esce il nome di uno già fermato per un paio di rapine ad altrettante donne, alle Cascine, sempre più pullulante di spacciatori africani, specie nigeriani e gambiani. Lui lì si sente ‘al sicuro’. Ed è lì che i ‘falchi’ della Mobile lo fermano, giovedì pomeriggio, sulla passerella della tramvia tra Cascine e piazza Paolo Uccello. Addosso il telefonino forse rubato. In tasca un biglietto che porta diretta la polizia alla chiesa nel Pistoiese. La perquisizione fa saltare fuori borsa e pc portatile rapinati: scatta il fermo del gambiano.

giovanni spano

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