
La discarica sotto i ruderi del ristorante
Firenze, 8 aprile 2018 - E' passato quasi un anno dalla firma della convenzione per quel che rimane del vecchio ristorante de Le Rampe, su uno degli omonimi curvoni che salgono verso il piazzale Michelangelo. Dopo 17 anni di abbandono e degrado (il vecchio ristorante è fallito nel 2000) e ben tre bandi andati deserti, da giugno del 2017 quell’angolo abbandonato da cui si gode uno dei più bei panorami della città ha ritrovato un futuro.
Ad aggiudicarsi la convenzione (per 15 anni con un canone annuo di 9000 euro) è stata la società «Il ristoro delle guardie srl» fondata appositamente dall’ingegner Marco Hanaman e dall’imprenditore nel settore della ristorazione Filippo Freschi (Konnubio). «Abbiamo subito messo mano alla progettazione – ha spiegato Marco Hanaman – consapevoli che per la delicatezza del luogo la gestazione sarebbe stata lunga. La Sovrintendenza ha richiesto tre verifiche: archeologica, paesaggistica e storica. I tre passaggi sono stati completati e ora siamo all’ultima definizione del progetto che dovremmo ottenere senza problemi».
L’investimento che i due imprenditori hanno messo in campo è intorno ai 500mila euro e per realizzare i lavori di recupero e restauro del manufatto di circa 100 metri quadrati su due livelli e dei mille metri quadri di giardino affacciati su Firenze ci vorrà poco meno di un anno di lavori. Compresa l’opera di ripulitura dell’area che in tanti anni è stata più volte occupata da senza dimora.
«Contiamo – spiega ancora Hanaman – di partire con il cantiere fra settembre e ottobre e, se tutto andrà bene, speriamo di riuscire a concludere i lavori per la primavera». Con la bella stagione del 2019, quindi, anche l’ottocentesco posto per le guardie a cavallo, pensato dal Poggi, dovrebbe rinascere. Il nome del nuovo locale ancora non c’è, ma l’idea è quella di ricreare un posto ‘speciale’ in primis per i fiorentini.
«Da quando abbiamo firmato la convenzione – racconta ancora l’ingegnere – siamo stati contattati da più parti perchè l’interesse per questo luogo è in città molto alto». Intanto sarà un locale aperto anche d’inverno, che d’estate avrà la possibilità di ospitare un pubblico molto più ampio. «Ma quello che abbiamo in mente – è l’aggiunta – non è soltanto la proposta di una cucina innovativa e aperta a varie contaminazioni di genere (finger food, piatti tradizionali, ma anche altro), quanto un luogo di incontro e di eventi con un occhio sempre rivolto alla città».
Pa.Fi.