
Qui Andrea Giorgi: "L’ora del coraggio"
Andrea Giorgi perché non avete trovato una sintesi con Sereni?
"Ci abbiamo provato fino all’ultimo. Il punto è che chi si candida dovrebbe avere l’obiettivo di rappresentare il pensiero della propria comunità. Chi non era maggioritario nella nostra comunità politica avrebbe dovuto lavorare per l’inclusione. Questo non è stato possibile, e siamo stati costretti alle primarie. Le facciamo. E vogliamo vincerle".
Ma lei è in continuità o in discontinuità con il decennio di Sandro Fallani?
"E’ un punto di vista sbagliato. L’identità della città è il cambiamento. Scandicci in questi anni è cresciuta. La sfida aperta è tra chi vuole avere il coraggio di cambiare e chi ha paura del cambiamento e vuole fermare tutto: aspettare in cerca di idee, bloccherà la città".
Cosa non rifarebbe di questi anni?
"Su alcune cose abbiamo avuto un eccesso di coraggio. Per esempio su piazza Togliatti avremmo potuto tenere un approccio più cauto".
La pelletteria attraversa una crisi profonda. Che fare?
"Il comune non gestisce il mercato del lusso, ma ha un ruolo di sintesi tra varie sensibilità: le griffe, gli artigiani, i lavoratori. Dobbiamo mantenere condizioni di sviluppo della filiera: formazione e infrastrutture. In zona industriale penso a parcheggi, all’arrivo della tramvia, e al nuovo svincolo autostradale che va fatto non solo proposto. Dobbiamo chiedere a governo e regione che spingano sugli incentivi pubblici. Perché se le aziende li trovano per esempio solo al sud, questo è un problema di competitività per la nostra zona industriale".
Piazza Togliatti come la cambierebbe?
"Vorrei rivedere la questione dei parcheggi a Silos. Ripeto, forse l’approccio a quel progetto poteva essere più cauto. Ma il confronto coi cittadini serve anche a questo. Ascoltare le loro osservazioni, capire, e se si ritiene cambiare il proprio punto di vista".
E il nuovo centro? Cemento o verde?
"Il tema è mal posto: il centro Rogers è una questione di identità cittadina non un semplice progetto urbanistico. Nel passaggio epocale da periferia a città, Scandicci ha trovato in questo progetto un bene comune nel quale riconoscersi per il futuro. Lavoreremo per un piano di sviluppo che sia ambientalmente sostenibile, e che spinga sulla creatività dei giovani, gli unici capaci di rileggere la città in maniera critica".
Perché votare per lei?
Scandicci deve progredire, ci sono problemi da affrontare. Non è il tempo di un nuovismo inconcludente, c’è bisogno di passione vera e valori concreti, non parole".
Fabrizio Morviducci