REDAZIONE FIRENZE

Quelle beghe che allontanano

O meglio, alle sorti giudiziarie dell’ex premier. Il ‘suo’ processo - Open per intenderci - è incardinato davanti al giudice per le indagini preliminari e quindi ormai sganciato dal volere della procura, o meglio del procuratore capo, ammesso e non concesso che ci avesse voluto mettere becco. L’altro fascicolo pesante in carico all’ufficio giudiziario fiorentino è quello sui mandanti delle stragi di mafia che ha perso il suo indagato illustre, Silvio Berlusconi.

E questi sono fatti.

Semmai qualcuno avrebbe potuto avviare un’operazione chiarezza raccontando che a Firenze non volevano un vertice completamente rosso, al netto della professionalità dei singoli. Ma andrebbe anche spiegato che il posto di procuratore era vacante da più di un anno e il vecchio Csm prorogato fino a febbraio avrebbe avuto il tempo ‘tecnico’ per procedere alla nomina. Nell’autunno scorso Squillace Greco era favorito e il Csm aveva i numeri, anche dei componenti laici per votarlo.

Non è accaduto.

Come non è accaduto che si sia tenuto conto di un altro profilo qualificato: quel Paolo Guido, procuratore aggiunto di Palermo che ha avuto il merito, incassato in silenzio e con discrezione, di aver arrestato il numero uno di cosa nostra, Matteo Messina Denaro. La spiegazione nei corridoi del Palazzo è un mix di politichese e burocratese: l’arresto è di gennaio, le audizioni dei candidati di dicembre. Ca va sans dire.

Per ’sanare’ la spaccatura Squillace Greco-Spiezia, l’organo di autogoverno delle toghe ci ha pure messo una pezza per evitare il ricorso al Tar proponendo all’unanimità l’attuale capo di Livorno come procuratore generale di Firenze. Che, lo ricordiamo, ha funzioni di coordinamento e di indirizzo ma non si occupa delle indagini.

Al netto delle frizioni politiche, anche in seno alla magistratura (vedi la nota aspra di Area) per Firenze l’arrivo di un capo è un bene. Lo dimostrano anche le prime 48ore della storia nera di Kata.

Un lettore ci ha scritto nei giorni scorsi criticando la grande eco della riforma della giustizia "e come argomento principale il problema di responsabilità dei sindaci. Forse non avete ancora inquadrato – sottolinea – che a noi poveri mortali non ci interessa molto questo argomento". Ai cittadini infatti interessano magari le file al pronto soccorso e i processi lumaca. Interessano le lungaggini sull’individuazione delle responsabilità delle baby gang (vera emergenza sociale), le truffe, i furti, i processi che finiscono in prescrizione.

Le tante (anche piccole) ingiustizie che gravano sulla gente. Quella normale.