MARCO
Cronaca

Quella ragazzina sapeva la verità: "Ma noi non l’abbiamo rubata"

Al bar mi ero avvicinato a un gruppo di adolescenti, comandava una biondina insignificante

Vichi

 era anche una ragazzina molto carina, bionda bionda, una del paese che conoscevo solo di vista fin da quando era bambina. Bevevo il mio caffè e leggevo il giornale, e distrattamente sentivo quei ragazzi chiacchierare e scherzare… Fino a quando la biondina, abbassando la voce, ma non abbastanza, si rivolse al branco. "Stanotte ne portiamo via un’altra, di Madonnine qua in giro ce ne sono un sacco…" disse, sorridendo con aria complice. Mi vennero i brividi sul collo. Ecco chi era stato, e a ideare la bravata era stata proprio lei, a quanto sembrava. L’avevo sempre considerata una scemina, quale era, ma chissà come mai aveva la capacità di trascinare gli altri, imbrigliandoli con un carisma che in realtà non aveva. Forse era per via della sua bellezza un po’ vuota ma appariscente… che fa sempre un certo effetto, soprattutto negli adolescenti.

Mi prudevano le mani. Mi sarebbe piaciuto dare due schiaffi educativi a quei ragazzini, soprattutto a lei, alla biondina bella e stupida. Riuscii a resistere, ma adesso che sapevo non potevo stare zitto. Pensai un po’ a cosa potevo fare, poi mi alzai portandomi dietro la sedia e andai a mettermi accanto a loro. I ragazzi smisero di parlare e mi guardarono, chiedendosi cosa diavolo volesse quel tipo che aveva il triplo dei loro anni. Feci un sorriso gelido, e li guardai uno dopo l’altro. "Complimenti…" dissi.

E ovviamente fu la ragazzina bella a rispondermi. "Per cosa?" Ma il tono era quello di un ‘che cavolo vuoi?’ Aveva un’aria molto sicura di sé, anzi direi strafottente. "Per la vostra meravigliosa impresa" aggiunsi.

"Cosa?". Era sempre lei a parlare, gli altri erano muti. "Rubare una Madonnina dev’essere davvero una cosa fantastica, ci vuole un grande coraggio" dissi, fissandola negli occhi. Lei finalmente arrossì, allora forse le rimaneva un briciolo di coscienza. "Quale… Madonnina?" balbettò. "Le tue guance rosse hanno risposto per te". "Ma che dice?". Cercava di ritrovare il dominio di se stessa, soprattutto voleva doveva dimostrare al suo branco che lei era tutta di un pezzo… Ma adesso le sue orecchie stavano prendendo fuoco, e i suoi amichetti ridacchiavano di imbarazzo, con le guance rosse quanto lei.

"E voi siete più ridicoli di questa biondina, lei comanda e voi eseguite come un branco di pecore" dissi, guardandoli con un sorriso compassionevole.

I ragazzini smisero di ridacchiare, saltando qua e là con lo sguardo e mordendosi le labbra. "Ma insomma, che vuole?" disse la biondina cercando di restare calma e fingendo di non capire. "Nulla… Volevo solo dirvi che siete dei poveri idioti, tutto qui". "Non abbiamo fatto nulla" provò a dire lei, e il branco annuì, serio serio. "Bene, allora facciamo così… Domani voglio trovare davanti al tabernacolo la Madonnina che avete rubato…".

"Ma noi… non ne sappiamo nulla… giuro…". Sempre lei, gli altri non fiatavano. "Come volete. Domattina vado dritto dai carabinieri a denunciarvi, e vediamo un po’ come va a finire". "Non abbiamo fatto nulla…" Insisteva la scemina.

"Cavoli vostri, se domattina non trovo la Madonnina vado dai carabinieri…". Mi alzai e me ne andai dentro il bar a pagare anche le consumazioni dei ragazzini. Chissà, forse non sarebbe successo nulla, e di sicuro non sarei andato dai carabinieri, ma ero contento di aver scoperto la verità e di aver detto quello che avevo detto a quel branco di ragazzini.

La mattina dopo mi alzai e andai a fare la solita passeggiata, senza aspettarmi nulla. Ma ecco la sorpresa: davanti al tabernacolo trovai la vecchia Madonnina di terracotta, incollata in vari punti e con diverse macchie verdognole, come se fosse stata un sacco di tempo immersa nell’acqua di un ruscello.

Bene, pensai, giustizia era fatta. La Vecchia Madonnina sarebbe tornata finalmente al suo posto, in galera.

2-fine