ALBERTA
Cronaca

Quel conto salato pagato dalle donne

Alberta

Bagnoli*

Le donne stanno pagando un conto salato alla crisi. Frenate nella voglia di mettersi in proprio dalla pandemia (-24,2% di nuove imprese femminili rispetto a un anno fa nella MetroCittà), le imprenditrici mostrano una maggior necessità di supporto economico e sono meno fiduciose degli uomini sul rientro allo stato pre Covid. Ma la ripresa passa soprattutto da loro: le imprese femminili sono più attente alla sostenibilità ambientale, più socialmente responsabili e hanno grandi margini di crescita, ma occorre investirvi. In parte la legge di bilancio accoglie questo input. Istituisce il Fondo a sostegno dell’impresa femminile (20 mln di euro) per favorire la nascita di nuove imprese, rafforzare la struttura patrimoniale di quelle già in essere e per attività formative. Rifinanzia (3 mln) il Fondo a sostegno del Venture Capital per sostenere gli investimenti in capitale di rischio in progetti di imprenditoria femminile altamente innovativi. Estende l’esonero contributivo per le assunzioni di lavoratrici per il 2021-22. Proroga il termine per l’applicazione dell’uscita pensionistica Opzione donna. Un’attenzione all’imprenditoria femminile che non vedevamo da tempo, ma non basta: da un lato le risorse destinate ai primi due interventi sono limitate, dall’altra occorrono misure strutturali di decontribuzione. Infine, Opzione Donna marca una volta di più la disparità di trattamento fra dipendenti ed autonome, specie per l’età richiesta per esercitarla. È giunto il momento di cambiare passo, ma anche prospettiva e delineare nuove architetture.

*Presidente Cna

Impresa Donna Firenze