MANUELA PLASTINA
Cronaca

Quei cartelli invisibili, cotti dal sole e dal tempo

Dal Ferrone a via Pian di Pancola fino ai Meccoli: un po’ ovunque le indicazioni d’ingresso alla città sono diventate inutili

di Manuela Plastina

I cartelli del cotto sono…cotti. E non da una fornace locale, ma dal sole. Agli ingressi di Impruneta, da decenni ormai si trovano dei grandi cartelloni che danno il benvenuto alla "Città del cotto", per celebrare e ricordare la particolarità di questa terra preziosa: la sua argilla che diventa arte nella terracotta modellata dalle mani di artigiani che tra le dita fanno scorrere una tradizione tramandata di padre in figlio.

Ma molti di questi cartelloni ormai sono praticamente invisibili e, dunque, inutili, nonché brutti. Colpa del tempo, inteso come anni, dato che questi cartelli sono stati affissi parecchio tempo addietro, ma anche inteso come clima: la stampa non ha resistito a decenni di sole, pioggia, caldo e freddo. E così si sono a poco a poco sbiaditi fino addirittura a cancellarsi quasi totalmente. È quanto successo al cartellone all’ingresso della frazione del Ferrone: sopra la scritta su sfondo bianco che indica la località in cui si sta per entrare, c’è un cartello ancora più bianco dove un tempo c’era la pubblicizzazione del cotto. O quello su via Pian di Pancole, dove sono necessarie 10 decimi di vista e un po’ di fantasia per riconoscere la scritta e le foto della ‘Città del cotto’.

Quello dei Meccoli lungo la via Imprunetana poi è proprio sparito: rimosso anni fa per un intervento edilizio, doveva essere rimesso a posto alla fine del cantiere, ma è finito nel dimenticatoio e fisicamente chissà dove si trova. Peccato perché era uno di quelli rimasti più leggibili anche grazie alla protezione dei cespugli sul ciglio della strada. I Verdi chiedono che il Comune provveda a risistemare quei cartelli e, visto che c’è, ad aggiornarli con le altre tipicità del territorio: per esempio potrebbero scrivere "Città del cotto, dell’olio e del vino" essendo tre prodotti tutelati.

Un altro cartello, ricordano i Verdi, è scomparso da un giorno all’altro senza più far ritorno nella sua sede originaria: quello che indicava "Zona denuclearizzata", fin dal 1984 collocato in ingresso al paese lungo la Strada 222 Chiantigiana provenendo da Grassina.

I Verdi avevano proposto anche di comprarlo loro stessi, se fosse ancora nelle disponibilità del Comune. Ma non hanno ricevuto risposta.