Sessantenne in protesta in cima alla gru: “Non mi sento tutelato dalla giustizia”

Da ieri, 3 maggio, l’uomo non accenna a scendere. Il 62enne di Città della Pieve sta per finire in carcere per una condanna definitiva

La protesta in cima alla gru davanti al Palazzo di giustizia a Firenze

La protesta in cima alla gru davanti al Palazzo di giustizia a Firenze

Firenze, 4 maggio 2024 – Un giorno e una notte arrampicato su una gru davanti al Palazzo di Giustizia nel quartiere Novoli, a Firenze. E continua stamani, 4 maggio, la protesta del 62enne Leonardo Moretti contro magistrati e forze dell’ordine.

"Sono pronto a togliermi la vita. Sono stanco di tutti i soprusi che ho subito negli anni dalla magistratura: non mi sento tutelato dalla giustizia. Sono stato preso in giro e ho deciso di gettarmi di sotto”. Moretti, che sta per finire in carcere, è assistito dall’avvocato Michele Vincelli, “non è un delinquente abituale ma, dopo circa trent’anni di vicissitudini, si ritiene, un perseguitato dalla giustizia”, spiega il penalista. In passato, l’uomo aveva già inscenato una protesta, piazzando una tenda davanti alla sede del tribunale fiorentino.

La storia di Moretti, nato a Torino, ma residente a Città della Pieve, in Umbria, inizia con alcune denunce presentate e tutte archiviate nelle quali denunciava dei “soprusi ai suoi danni” da parte di alcuni politici e amministratori locali riguardo uno sfratto subito. Nel 2009 l’uomo si era opposto, energicamente, ai lavori di un cantiere nei pressi della sua abitazione dell’epoca, attraverso una serie di condotte ostruzionistiche, finalizzate alla sospensione dei lavori. Da qui l’accusa di estorsione per una ‘buonuscita’ chiesta da Moretti. In seguito a questi fatti, il 17 aprile del 2009, è stato indagato dalla procura di Orvieto. Moretti compare personalmente a tutte le udienze, tuttavia in costante assenza sia dei difensori di fiducia nominati, che di quello d’ufficio: sostanzialmente il processo si svolge sempre attraverso l’ausilio di difensori di turno o prontamente reperiti. Nel settembre 2013 il tribunale di Orvieto è soppresso e gli atti vengono trasmessi a Terni, dove il processo ha nuovamente inizio. La cancelleria gip del tribunale di Terni ha quindi inviato le notifiche al primo difensore nominato da Moretti, il quale non ha fatto altro che ribadire la propria rinuncia alla difesa, avvenuta già anni prima.

Alla fine, viene condannato e ora la condanna, dopo il rigetto del suo ricorso in Cassazione, è definitiva. "Dunque, dopo oltre 15 anni dai fatti, si aprono le porte del carcere per il Moretti e, pur essendoci prova, non solo della negligenza di vari difensori, ma anche della sua totale e incolpevole inconsapevolezza circa le sorti del suo processo, egli dovrà ora scontare cinque anni di reclusione”, ricorda il penalista.

I sanitari del 118, già intervenuti ieri, sono sul posto.

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