Privacy e imbarazzi, poca voglia di commentare Bocche cucite nell’incredulità generale

FIRENZE

Incredulità. E’ la parola che può descrivere meglio di altre l’atteggiamento di chi frequenta l’Istituto Superiore della provincia di Firenze teatro del presunto abuso sessuale.

Alla richiesta di commentare la notizia chi lavora ogni giorno a stretto contatto con gli studenti non parla. E le bocche rimangono cucite stavolta non per una forma di omertà, o per la volontà di difendere l’insegnante di sostegno che aveva il compito di occuparsi del minore oppure per evitare di prendere una posizione chiara, ma perché quell’episodio è passato completamente sotto traccia e in molti cadono dalle nuvole. Qui, almeno così pare, nessuno sapeva e, anzi, adesso ci si stupisce che il caso sia avvenuto senza aver raccolto neppure una segnalazione o udito qualche sussurro tra aule e corridoi che ospitano centinaia di ragazzi. Una comunità dove il dialogo costruttivo era e rimane fondamentale nel percorso di educazione e crescita che va ben oltre le classiche materie curriculari.

L’unico aspetto commentabile allora è proprio la mancanza di notizie sulla vicenda ora approdata in Tribunale. Una cortina di silenzio giudicata peraltro positivamente e dai più ritenuta giustificata in virtù dell’estrema delicatezza del caso e per tutelare la privacy dei protagonisti, a cominciare da quella del ragazzo che sarebbe stato vittima delle presunte attenzioni morbose.

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