OLGA MUGNAINI
Cronaca

Precursore del Rinascimento. Menarini racconta Cimabue

La nuova monografia d’arte realizzata dal gruppo farmaceutico fiorentino. Presentata davanti al suo Crocifisso nella chiesa di S. Domenico ad Arezzo. .

Alberto Giovanni Aleotti, Miriam Fileti Mazza, Liletta Fornasari e Lucia Aleotti

Alberto Giovanni Aleotti, Miriam Fileti Mazza, Liletta Fornasari e Lucia Aleotti

"Siamo un’azienda che si dedica all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo, sempre concentrati sulla scienza. Ma è importante ricordare anche quanto studio e dedizione ci sia dietro alle nostre opere d’arte, al pari dei farmaci a cui ogni giorno i nostri ricercatori e i nostri dipendenti lavorano". Lucia Aleotti, azionista e membro del board Menarini, spiega il senso di una tradizione e di un impegno nel campo dell’arte, iniziato nel 1964 dal padre Alberto Aleotti. Da allora, tutti gli anni, la collana di monografie si arricchisce di un nuovo volume dedicato a un grande artista italiano, "per ricordare, in questo correre verso il futuro, quali siano le radici che abbiamo, come Paese, ma anche come azienda. Radici che ci collegano alla ricerca di un mondo differente, quello artistico, per ricerca delle proporzioni, delle tecniche, del colori", conclude Lucia Aleotti.

L’ultimo nato della collana d’arte Menarini è dedicato a Cimabue, presentato ad Arezzo nella chiesa di San Domenico, proprio davanti allo straordinario Crocifisso della seconda metà del Duecento di Cenni di Pepo, detto Cimabue, colui che avrebbe aperto la strada alla rivoluzione giottesca, con la sua rappresentazione del sacro molto più realistica e umana che in passato. E per questo considerato un precursore del Rinascimento.

Il volume su Cimabue, edito da Pacini Editore, è stato realizzato da Miriam Fileti Mazza, storica dell’arte e per quarant’anni docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, che ha presentato l’opera nella basilica gotica di Arezzo insieme alla storica dell’arte Liletta Fornasari: "Nell’essenzialità di un’armonia silenziosa, Cimabue è stato capace di emozionare e condurre verso un sentimento di riflessione per la religiosità, al di sopra di ogni fede o dogma – ha spiegato Miriam Fileti Mazza –. Il volume d’Arte Menarini su questo grande maestro ripercorre il racconto visivo di colui il quale, uscendo dalla primitiva pittura bizantina, aprì la strada alla nuova arte che avrebbe condotto poi al Rinascimento. La sua pittura lontana nel tempo si riappropria della percezione, donando ancora mistero, naturalezza e il fascino antico delle origini".

Cimabue, di cui niente conosciamo attraverso le fonti documentarie, era nato molto probabilmente a Firenze intorno al 1240 con il nome di Bencivieni di Giuseppe, soprannominato Cimabue. La sua formazione si deve a Coppo di Marcovaldo, il pittore di maggior fama del momento. Mentre l’anno della sua morte è verosimile che fosse il 1302. Sono pochissime le opere certe giunte fino a noi. A rendere difficoltoso lo studio della sua arte è stato anche lo stato conservativo molto precario. Basti pensare agli affreschi di Assisi dove al posto della lucente biacca il tempo ha lasciato il nero dell’ossido di piombo. La prima opera di Cimabue, databile intorno al 1270, è il Crocifisso di legno sagomato, dipinto a tempera e oro, posto sopra l’altar maggiore della chiesa di San Domenico ad Arezzo.

"Da più di mezzo secolo queste monografie, che si contraddistinguono per il loro linguaggio semplice, avvicinano all’arte anche chi non pensava di potersene innamorare – hanno commentano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini –. Pensiamo che la bellezza straordinaria del nostro Paese, sia rimasto anche all’interno di tutti noi, noi che lavoriamo all’interno dell’azienda, di chi ci segue. E quindi desideriamo rendere questa bellezza, questa storia, queste radici più disponibili per tutti".

Nel corso degli anni la vocazione artistica del Gruppo si è evoluta con il progetto multimediale Menarini Pills of Art, brevi video pillole in cui esperti del settore raccontano aneddoti e curiosità delle opere protagoniste dei Volumi d’Arte Menarini.