
Donatella Buzzi
Sesto Fiorentino (Firenze), 5 dicembre 2017 - Se ci fosse un record di permanenza nel precariato Donatella, probabilmente, potrebbe competere per la vittoria.
Donatella Buzzi, 50enne laureata in Fisica, ricercatrice all’Istituto di Fisica Applicata "Nello Carrara" del Cnr di Firenze, che ha sede nel campus del polo scientifico e tecnologico di Sesto Fiorentino, è infatti precaria da ben 21 anni come recitava il cartello con cui ha partecipato, nei giorni scorsi, al flashmob di protesta organizzato proprio nell’Area ricerca fiorentina del Cnr.
Da quanto tempo lavora al Cnr di Firenze?
Ho avuto nel 1996 il primo contratto di tre anni, come ricercatore che poi non è stato possibile prorogare. Poi ho continuato con una collaborazione dell’Università dell’Aquila e in seguito, per diversi anni, con assegni di ricerca e consulenze. Dal 2009 ho un contratto a tempo determinato e lavoro con un gruppo, con un solo dipendente a tempo indeterminato e tutti precari, che si occupa di telerilevamento ottico, in particolare di sensori da aereo o satellite per l’osservazione della Terra.
Quindi sono molti anni che attende una stabilizzazione.
Sono moltissimi anni, diciamo almeno dal 2000, sicuramente dal 2010 quando c’è stata la seconda tranche di stabilizzazioni di precari a tempo indeterminato. Per una serie di casi non sono potuta rientrare in quel giro e ho visto gente anche con minore anzianità stabilizzata.
Quante ore lavora al giorno?
La giornata di lavoro è sulla carta di 7 ore e 42 minuti ma, in realtà, l’orario dipende dalla ricerca in corso, diciamo che abbiamo un monte ore da rispettare e in alcuni casi si può essere flessibili. Certo il nostro non è un lavoro cui si può smettere di pensare quando si va a casa.
Qual è il suo stipendio?
Con una anzianità come la mia, arrivo a prendere meno di 2mila euro mensili, per un ricercatore appena assunto diciamo che lo stipendio, lordo, è di circa 1700-1800 euro.
Rispetto ai vostri colleghi che lavorano all’estero la retribuzione è superiore o inferiore?
Inferiore di almeno due, tre volte. Un ricercatore in Germania guadagna almeno tre volte di più in un contesto poi caratterizzato da molti più servizi tra l’altro per chi ha figli e possibilità, come ho avuto modo di constatare lavorando là per un periodo. In Italia poi può accadere che un ricercatore, laureato, sia sotto inquadrato cioè inserito e anche stabilizzato in una categoria inferiore per la quale, magari, non occorre la laurea.