
Il nodo del contendere: le borse-gioiello nella vetrina di Braccialini a Ponte Vecchio (Press Photo)
Firenze, 8 aprile 2023 - Ponte con sorpresa amara sul Ponte (Vecchio) per i turisti che hanno scelto Firenze (+21,5% sul 2022) per le vacanze di Pasqua. Sul monumento simbolo per eccellenza di fiorentinità va in scena una doppia protesta, una sorta di guerra del commercio finita a carte bollate, con manifesti esposti sulle vetrine di tutte le botteghe. Un biglietto da visita per nulla lusinghiero. Ma tant’è. La questione è controversa e da dirimersi in punta di diritto.
Il negozio Graziella Braccialini ha chiuso per opporsi al divieto di vendita delle borse gioiello: un provvedimento della direzione attività produttive del Comune di Firenze, notificato giovedì pomeriggio. L’azienda di Giovan Battista Gori, titolare dello storico marchio orafo aretino Graziella – che nel 2017 ha rilevato salvando dal fallimento la ditta Braccialini – farà ricorso al Tar (con richiesta di sospensiva) contro il provvedimento del Comune in cui viene contestata alla ditta la violazione del regolamento Unesco varato da Palazzo Vecchio e in vigore dal 2016 per tutelare Firenze dal dilagare del mangificio.
In particolare l’articolo che tutela la tipicità di Ponte Vecchio e dei suoi negozi storici – presenti dal 1593 quando un bando del granduca Ferdinando I de’ Medici ordinò a tutti gli orefici di trasferirsi nelle botteghe occupate sin lì da beccai, ortolani e pesciaioli – era presente anche nel regolamento urbanistico del 2015. Vietando la somministrazione è ammesso solo il commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d’arte, cose antiche, articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia. Il legale del marchio Graziella Braccialini, Tommaso Martinico, contesta al Comune "l’interpretazione di oggetti preziosi", in quanto il negozio vende catenine, bracciali, orecchini d’oro e borse gioiello – la particolarità del brand – con prezzi che oscillano tra i 1.500 e 10mila euro e dettagli preziosi. Non solo, ingrana la quarta affermando che sono presenti sul ponte un pellettiere, Martelli, e il negozio Fallaci, di preziosi e borse, che rappresentano un precedente. Come a dire, se ci sono loro, possiamo starci noi che siamo un’eccellenza del made in Italy e made in Tuscany.
E qui la vicenda si complica assai. Perché il regolamento non ha validità retroattiva, quindi tutto ciò che c’era prima dell’entrata in vigore non può essere cancellato con un colpo di spugna.
Graziella Braccialini aveva aperto nel settembre 2022 in mezzo alle proteste che poi si sono trasformate in una vera e propria battaglia del commercio. Che non si è ancora conclusa. Benché i 41 negozi riuniti nell’Associazione Ponte Vecchio abbiano chiesto 20 milioni e 500mila euro di risarcimento danni a Graziella Holding che, a sua volta, aveva già fatto analoga richiesta all’associazione guidata da Giuditta Biscioni: 500mila euro per danno d’immagine.
Ed eccoci all’ultimo paragrafo di un libro in cui molte pagine sono ancora da scrivere. "Firenze dimostra di essere una città nella quale le regole valgono e si rispettano", dice il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. Mentre stamattina tutti i negozi orafi (quelli che non l’hanno già fatto ieri sera) affiggeranno manifesti in vetrina ("L’arroganza non paga e le regole valgono per tutti") dove si ribadisce che "le borse, di qualunque genere, non si possono vendere" e che se fosse stato possibile "molte attività fiorentine lo avrebbero già fatto". L’associazione accusa Braccialini di "ostentazione di vittimismo" e "di arroganza di un comportamento offensivo verso le altre 41 attività che, anche da secoli, esercitano sul Ponte Vecchio". La guerra dell’oro è servita.