Chiuso il campo rom del Poderaccio, Nardella : "Obiettivo prioritario"

Era nato nel 1988 come campo sosta per nomadi con container, roulotte e baracche

Il sindaco Nardella (primo da destra) al campo del Poderaccio

Il sindaco Nardella (primo da destra) al campo del Poderaccio

Firenze, 12 agosto 2020 -  Il Poderaccio è stato chiuso: con la demolizione di 72 casette e rendendo inagibili le ultime sette ancora rimaste è stato smantellato il campo rom nato nel 1988 come campo sosta per nomadi con container, roulotte e baracche, che ha subito varie trasformazioni nel corso degli anni. Risale ai primi anni del 2000 la realizzazione delle 79 casette, suddivise in due villaggi, di cui era composto il campo, dove stamani c’è stato il sopralluogo del sindaco Dario Nardella, dell’assessore a Welfare Andrea Vannucci e del presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni.

La chiusura del Poderaccio era una delle priorità dell’amministrazione comunale e a tal proposito, il 26 giugno 2018, per velocizzare le operazioni di superamento dell’insediamento, fu costituita un’apposita cabina di regia con il compito di definire e realizzare un programma che tenesse insieme integrazione, legalità e sicurezza. “Con la chiusura del Poderaccio abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo dati da sei anni a questa parte - ha detto il sindaco Dario Nardella -, obiettivo inserito nel programma di mandato, tra i più importanti del governo della nostra città. La chiusura del campo rom era un impegno che ci siamo presi con i fiorentini e gli abitanti del quartiere e lo abbiamo raggiunto grazie a un lavoro molto complesso condotto nel corso degli anni”.

“Per questo - ha continuato il sindaco - voglio ringraziare tutti gli operatori del terzo settore che ci hanno supportato nell’azione di dialogo con le persone che abitavano qua e ringrazio di cuore l’assessore Vannucci e tutti coloro che hanno lavorato per il superamento del campo rom del Poderaccio, il più grande campo regolare della città e della Toscana”. “Il modello dei campi rom è un modello di integrazione sbagliato e ormai superato - ha spiegato Nardella -, ce lo dicono in tutta Europa ed è un problema che ancora permane nel nostro Paese. L’interazione non si fa con i campi rom e sono convinto, e lo dimostriamo oggi a Firenze chiudendo il Poderaccio, che a sinistra sia possibile affrontare questioni come questa senza lasciarli alla propaganda ideologica di partiti che usano il tema dei campi rom solo per fare campagna elettorale”.

“Noi non abbiamo avuto bisogno dell’uso della forza pubblica per chiudere il campo rom - ha aggiunto - e per questo ringrazio la Polizia municipale, che, stando sempre un passo indietro, ci ha supportato. Abbiamo chiuso il campo senza usare la forza, ma utilizzato gli strumenti e le regole che valgono per tutti i cittadini: nessuna corsia preferenziale, nessun vantaggio, piuttosto regole e strumenti che mettiamo a disposizione di tutte le persone che hanno determinate condizioni sociali. Questo è un modello vincente, è il modello Firenze, che credo debba essere utilizzato in tutto il Paese perché l’immigrazione e l’integrazione non si possono tirare fuori sempre in campagna elettorale per gli scontri tra partiti. Per la sinistra smantellare un campo rom non deve essere un tabù, è invece un esercizio di grande responsabilità e intelligenza“.

“Con questa esperienza, grazie anche alla collaborazione del quartiere - ha concluso il sindaco - dimostriamo che si possono tenere insieme la sicurezza, la legalità e le politiche sociali e questo e un esempio concreto, non sono chiacchiere. Questa operazione è anche una risposta a chi usa gli argomenti dell’immigrazione, inclusa quella legale, solo per fare campagna elettorale senza mai risolvere i problemi”. “Un grande grazie agli operatori delle cooperative sociali Il Girasole e Cat e di Caritas - ha detto l’assessore Vannucci - che hanno svolto un lavoro di mediazione sociale molto prezioso e che ha fatto sì, insieme al grande lavoro degli uffici comunali, a partire dai Servizi sociali, servizi tecnici e Polizia municipale, di arrivare al l’importante risultato di oggi: un campo vuoto, dove non ci sono più residenti. Oggi abbiamo messo la parola fine su una pagina della storia della nostra città che durava da oltre trent’anni e a un modello di integrazione che ha dimostrato in Italia e in Europa grandi limiti e lacune”.

“Abbiamo chiuso il campo senza l’uso della forza pubblica - ha spiegato Vannucci - ma attraverso la mediazione sociale e quegli strumenti che l’amministrazione comunale ha per sostenere la popolazione più fragile: che vanno dall’inserimento in graduatoria erp per chi ha i requisiti, alle accoglienze temporanee, alla presa in carico da parte dei servizi sociali per i soggetti fragili, fino al sostegno all’autonomia. Oggi si coniugano il principio di legalità con quello della sicurezza di tutto il territorio circostante al campo e allo stesso tempo si mettono in pratica politiche sociali attive e proattive”. Nel 2014, all’inizio del primo mandato del sindaco Nardella, nel campo rom risiedevano 470 persone, scese a 241 alla fine del maggio 2018. Nel 2019 sono fuoriusciti dal campo 21 nuclei familiari, mentre quest’anno sono usciti gli ultimi 13 che restavano.

 

 

 

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