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Pinocchio tradito è vittima della fata Turchina Le promesse dell’infanzia non mantenute

Sul palcoscenico del Teatro della Pergola sale, in prima nazionale, un Pinocchio diverso dal personaggio che siamo abituati a conoscere. Nella versione di Pier Paolo Pacini – dal 1° al 6 giugno con la Fondazione Teatro della Toscana – emerge l’anima nera del burattino, il suo carattere duro, la delusione, la morte. "È la storia di un inganno – spiega l’autore e regista – Pinocchio non è davvero aiutato dalla fata, come abbiamo finora creduto: è sua vittima. Lei gli promette che diventerà un ragazzino, ma alla fine della favola si trova su una sedia inerte. Accanto a lui c’è un bambino". Un altro essere che non è Pinocchio.

Pacini racconta il tradimento "di chi lo spinge al cambiamento, fino all’estrema conseguenza del non esserci più. Perché la sua non è una trasformazione: la nascita del bambino prevede la scomparsa del burattino". La vita di uno a discapito della morte di un altro. Con gli attori del Corso Orazio Costa, lo spettatore viene condotto in una visione diversa della favola di Collodi: lo spettacolo vuol far riflettere sulle promesse dell’infanzia non mantenute, sui desideri di un bambino illusi e non esauditi. "La grandezza del testo di Collodi – continua Pacini – è anche nella sua capacità di far riflettere su un tema che non è solo quello dell’infanzia, ma che riguarda più in generale l’essere umano: tutti lottiamo come burattini per il nostro posto nel mondo".

Lo spettacolo è nato proprio insieme agli attori del Corso Orazio Costa durante il 2020 e, spiega l’autore, inverte lo sguardo: non il pubblico che guarda Pinocchio, ma Pinocchio che ci guarda e chiede a noi spiegazione delle mancate promesse e dell’indifferenza verso l’infanzia. "Pinocchio è un eroe universale, una metafora dell’uomo. È un sogno, un’illusione. È il nostro lato oscuro e meraviglioso" conclude il regista.

Manuela Plastina