
Firenze, 25 luglio 2020 - Il Bandino – e cioè la piazza di’Bandino in Gavinana – è faccenda di slang tagliati con l’accetta, di porta nobile del contado e capelli ingessati di primi del ’900, poi di fango d’Arno e ginocchia scricchiolanti d’umido eppure mai dome nel ’66, di imbrocchi appollaiati sui Ciao delle ’company’ anni’80 fino alle pallonate dei ragazzi di oggi. Uno slargo, un’anima e soprattutto un nome che s’è gudagnato i galloni della storia pur non avendo mai avuto una targa che ne certificasse la fisicità.
Piazza del Bandino non esiste, non è mai esistita (di fatto è un lembo triangolare di via di Ripoli) in nessun pezzo di marmo, eppure per la gente di qui è un piccolo mondo antico che non può chiamarsi in altro modo che com’è sempre stato chiamato dalla gente. Per questo la scelta di Palazzo Vecchio di intitolare lo slargo davanti alla Coop di Gavinana a Gastone Nencini (in una sorta di continuità con l’attigua piazza Gino Bartali), indimenticato ciclista di casa nostra, ha provocato una piccola insurrezione nella zona. "Nencini è un campione e Firenze ne va fiera, ma intitoliamogli un’altra piazza. Questo è il Bandino e Bandino sarà per sempre". Questione di pelle e sangue, d’orgoglio rionale che a Firenze è Dna. A sollevare per primo la questione con un post su Facebook dai toni cordiali ma risoluti è Lorenzo Andreaggi, consigliere del Q3 in quota Nardella, grande amante delle tradizioni locali, già noto per essere stato ’battezzato’ dal gigantesco Narciso Parigi come suo ’erede’. "Come storico, abitante del Bandino e consigliere di Quartiere credo sia opportuno rivedere la decisione – esordisce Andreaggi sulla pagina Fb di Gavinana – Sono d’accordo a rendere onore a un grande come Gastone Nencini ma in un’altra piazzetta che ancora non ha nome, non qui. Qui c’è già un nome, c’è già una storia. Qui c’è la storia!". Lorenzo spolvera il libro delle memorie e dice così: "Bandino di Bencivenni Bandini Baroncelli fu il capostipite della famiglia Bandini. Coloro che scesero dal monte Baroncelli di Bagno a Ripoli. Colui che iniziò a edificare nell’anno 1100 la grandiosa Villa del Bandino. Grazie alla casa di fattoria del signor Bandino il borgo iniziò a prendere vita arrivando nel tempo a essere l’attuale quartiere di Gavinana. Tutto ebbe inizio da lì. Sarebbe un peccato enorme che una parte importante di storia fiorentina del vecchio contado, del nostro quartiere, andasse perduta".
Dietro a Lorenzo è andato mezzo rione. Nessun braccio di ferro col Comune, solo l’invito a ripensare a una scelta che qualcuno definisce "frettolosa". Dice Marta che "cambiare il nome a una piazza che ha già una sua identità ben definita è assurdo". "Lodevole – aggiunge – il voler intitolare a Nencini una piazza ma non questa a cui siamo così tanto affezionati". Michael è deciso: "La mia infanzia si chiama Bandino...". Gironzolando in zona non c’è nessuno che è d’accordo con la nuova intitolazione: "Firenze sta perdendo identità anno dopo anno e queste scelte non fanno altro che accelerare il processo – dice Gino, in via di Ripoli dal 1965 – Mi ricordo bene di Nencini. Era un fenomeno ed è giusto che Firenze gli renda omaggio, ma non qui, non nel nostro Bandino".