
La fontana di Piazza della Libertà
Firenze, 9 agosto 2015 - CASSONETTI come guardaroba, aiuole come latrine e il giardino della piazza come salone di bellezza. Per non parlare poi della vasca, utilizzata come vasca da bagno per fare toeletta. Ancora una volta è piazza della Libertà a regalare l’ennesima cartolina che porta il timbro della vergogna: un barbiere di strada che dopo aver fatto la shampoo al suo cliente tira forbici a lametta per il taglio, non al chiuso di quattro mura o in un villaggio sperduto del terzo mondo, ma nientemeno che nella piazza cuore pulsante della città. Eppure «Piazza della Libertà — si legge su Wikipedia — segna il punto più a nord del centro storico di Firenze. Fu realizzata nell’Ottocento nel corso dei lavori per la creazione dei viali di circonvallazione» e nel 1945, in onore della liberazione dal nazifascismo, prese la denominazione attuale.
PIAZZA della Libertà non è libera. E la sua riqualifica è una barzelletta che possono raccontarsi in tanti ma non chi ci vive e lavora. Bevono fino a notte fonda, fanno a botte e qualche volta provano a sfasciare tutto ciò che gli capita a tiro. «Scene di sesso anche a tre» sotto le finestre dei residenti e sotto gli occhi di chi tutte le mattine alza la saracinesca un po’ prima dell’orario di apertura per pulire il fazzoletto di strada, adiacente alla propria attività, con acqua e candeggina, per togliere il fetore di urina. La zona è stretta da un lato dagli accampamenti abusivi sotto i portici e dai bivacchi, con fornelli per la grigliata al centro della piazza, dall’altro dai parcheggiatori abusivi: si offrono di sorvegliare l’auto ma poi ti chiedono qualche moneta in cambio del «fastidio». Residenti e commercianti più volte hanno chiesto un sistema di videosorveglianza per scandagliare il sottobosco di piazza della Libertà, più controlli e un filo diretto con un poliziotto di quartiere. Il comitato Parterre, che annovera quaranta commercianti e una ottantina di residenti della zona piazza della Libertà — Ponte Rosso, a seguito della rapina choc alla gioielleria Grazzini di via Gioberti, si è detto anche disposto disposto ad aprire il portafogli e contribuire così ad acquistare alcune telecamere «per la sicurezza della zona».
AL MOMENTO la situazione non è cambiata. Anzi. Con il caldo l’odore di pozze di urina e cibo ‘maldigerito’ è ancora più nauseabondo e le elevate temperature non fanno altro che incrementare il numero di passeggiate quotidiane verso la fontana: «Si lavano e si fanno il bidet in piazza. Mi viene il mal di stomaco solo a raccontarlo». Se nemmeno un mese fa i vigili sono intervenuti sull’argine del Mugnone all’altezza di via Poliziano per sgomberare un accampamento abusivo sorto sotto il ponte, identificando 13 persone, fra uomini e donne, tutti di nazionalità rumena, tornano a essere preoccupati i residenti: «Ci sono i primi due ‘inquilini’». Piazza della Libertà, la svolta (buona) sembra lontana.
Rossella Conte