Pd-M5S, accordo difficile. I pentastellati fiorentini incontrano Conte a Roma. E oggi assemblea cittadina

"La partita per Palazzo Vecchio è un tema nazionale. Deciderà il presidente". Porte chiuse all’associazione ’11 Agosto’ perché "farebbe disperdere voti". L’affondo su Renzi: "La nostra più grande vittoria? Cancellare Italia Viva". .

Pd-M5S, accordo difficile. I pentastellati fiorentini incontrano Conte a Roma. E oggi assemblea cittadina

Pd-M5S, accordo difficile. I pentastellati fiorentini incontrano Conte a Roma. E oggi assemblea cittadina

di Antonio Passanese

FIRENZE

Soli o con il Pd? E’ questa la domanda che nelle ultime ore sta tenendo banco tra gli attivisti del Movimento 5 Stelle per le comunali del 9 giugno a Firenze. D’altronde non è un mistero che una parte consistente dei pentastellati – onde evitare una debacle come quella abruzzese, regione in cui in un sol colpo ha perso 17 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni – non accetti un’alleanza con i dem (per timore di essere fagocitati), anche se, come ripetono i colonnelli grillini del capoluogo, l’ultima parola spetterà esclusivamente al presidente Giuseppe Conte che è in continuo contatto con la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Perché "è chiaro che la partita per Palazzo Vecchio è un tema di interesse nazionale e non locale". Va diversamente a Prato dove, invece, l’accordo di coalizione sarebbe già stato sottoscritto.

E proprio ieri un drappello del M5S fiorentino è stato visto aggirarsi tra Montecitorio e Palazzo Madama per una serie di riunioni politiche con lo stato maggiore grillino dalle quali, già nei prossimi giorni, potrebbe venir fuori il “contorno“ di un possibile apparentamento, "che se non avverrà al primo turno è molto probabile che si concretizzi per l’eventuale ballottaggio", afferma a denti stretti un dirigente del movimento che, ovviamente, chiede l’anonimato.

Allo stato attuale, però, una cosa appare certa: con Tomaso Montanari e la sua associazione ’11 Agosto’ non ci sarà alcun accordo. Il motivo? Lo spiega il consigliere comunale Lorenzo Masi: "Fare una lista col il rettore porterebbe a una dispersione di voti che farebbe vincere la destra. Se Montanari vuole, le nostre porte sono aperte, entri nel M5S e condivida le nostre battaglie".

Una posizione, questa, oltranzista, senza appello, che potrebbe portare il movimento di Conte a ciò che molti attivisti definiscono "il male assoluto", ovvero a una scissione. Che da una parte vedrebbe schiarati, per l’appunto, Masi e i suoi fedelissimi, dall’altra l’attuale capogruppo consiliare Roberto De Blasi che, invece, spingerebbe per un unione di intenti con Montanari e con Sinistra Progetto Comune.

Non solo. Masi ne ha anche per Matteo Renzi e per i centristi: "Per noi 5 Stelle la vittoria più grande sarà quella di cancellare Italia Viva da Firenze. Crediamo, come ha dimostrato la Sardegna, in una grande coalizione che veda contrapporsi centrodestra e centrosinistra". Difficile, dunque, a oggi capire cosa decideranno i pentastellati, divorati dal dubbio amletico se sostenere o non sostenere Sara Funaro. Tanto che lo stesso segretario metropolitano dem, Andrea Ceccarelli, dopo l’entusiasmo dimostrato nelle scorse settimane sul possibile ingresso dei grillini nel coordinamento ora appare assai freddo su questa ipotesi: "Non abbiamo più avuto contatti, non so cosa dire, ma abbiamo ancora tempo per trovare una soluzione. Bisogna trovare la quadra su alcuni temi".

Intanto, oggi il Movimento 5 Stelle terrà, nella sede di Firenze, un’assemblea cittadina a cui parteciperanno tutti gli iscritti, ed è probabilmente che dalla riunione venga fuori un documento – che sarà deliberato a maggioranza – nel quale dovrebbe esser fatta chiarezza, una volta per tutte, sulle amministrative, sul programma e sui candidati che verranno inseriti nella lista.