Pd Circoli e segreteria alzano la voce "Male così, nessuno ci rappresenta"

Il documento sottoscritto anche da Ceccarelli: ci autoconvochiamo in seduta permanente "Il comitato costituente non lascia spazio alle voci degli iscritti, è solo un bilanciamento di correnti"

La base del Pd fa la voce grossa. E stavolta qualcuno dovrà ascoltare. "I primi atti del percorso congressuale non sono incoraggianti", scrivono i segretari di circolo insieme alla federazione dem fiorentina. Si contesta l’atteggiamento assunto da un partito che sembra aver smarrito la sua strada. Non vogliono più assistere passivamente a quelle che definiscono "autocandidature alla segreteria avanzate senza un dibattito sulle idee, a riproposizioni di divisioni interne legate più ai destini personali di qualche leader che al dibattito politico, fino alla formazione di un comitato costituente che lascia poco spazio ai territori o agli stessi circoli, e sembra essere ispirato più al bilanciamento di gruppi e sottogruppi piuttosto che al libero confronto fra militanti, associazioni, movimenti, donne ed uomini che abbiano a cuore il futuro di questo nostro partito e, più in generale, del centrosinistra nel nostro Paese". Parole pesanti, che il segretario dem cittadino Andrea Ceccarelli ha condiviso in toto. Smarrito "davanti a questo scenario dove una grossa fetta del partito non si sente più rappresentata da nessuno". Parole destinate a sollevare un dibattito che vada oltre alle logiche correntizie e alle candidature.

I circoli chiedono al Pd nazionale che le proposte che emergeranno dagli incontri sui territori siano obbligatoriamente discusse nell’ambito del comitato costituente, e "daremo il nostro contributo, quindi, ma lo faremo anche a modo nostro, autoconvocandoci fin da ora in seduta permanente, vigilando sull’andamento del percorso congressuale soprattutto riguardo alla capacità del Pd di dare voce a tutti coloro che vorranno partecipare, e alla reale volontà di imprimere una forte spinta all’innovazione ed al cambiamento radicale di iniziativa politica e classe dirigente".

Tutto questo succede nel bel mezzo di un percorso tracciato. Dove il sindaco Dario Nardella ancora non scioglie le sue riserve. "Non ho niente da dire. Sono molto contento del risultato del dibattito sulle idee di domenica" di Roma. Nulla di più. Il sindaco preferisce non commentare le questioni politiche che si affastellano sulla sua scrivania. Candidarsi oppure entrare con un ruolo forte nella scia di Bonaccini? Nodi da sciogliere. E consigli, quelli che a volte fanno salire la tensione. Come quelli che da giorni il presidente della Regione, Eugenio Giani, sta indirizzando a Nardella, perché lo vorrebbe tra i nomi forti che sostengono il governatore emiliano. Ora gli scricchiolii della base. Se qualcuno troverà il tempo e il modo di ascoltarli.

ilaria ulivelli

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