di Stefano Brogioni L’olio. Quello che unge gli ingranaggi dei ricambi per auto prodotti dall’azienda del presidente Andrea Bacci. Oppure quello extra vergine d’oliva, con cui Fabrizio Fusi ha creato un impero. Lo stesso olio che disegna alcune virgole sulle pizze: un piccolo plotone di volontari, da giugno a settembre, ne sfornino - si dice - anche quattrocento a sera, facendo impazzire i turisti che si godono il fresco del Chianti, e dando un po’ d’ossigeno alle casse di una società che fa anche settore giovanile e attività sociale. Così, il San Donato Tavarnelle ha condito pure il campionato di serie D, centrando la promozione tra i professionisti e staccando il biglietto per andare a giocare contro le "città" della "C". Bacci e Fusi sono tra gli artefici di questo miracolo sportivo, anche se, a guardare bene, tanto miracolo non è. "Da presidente, ho cercato di portare la mia esperienza - dice Bacci, nel suo ufficio circondato dalle coppe vinte come pilota -. In ogni sport la regola è che se vuoi arrivare a vincere, ci vuole programmazione". Quindi, basta scorrere l’almanacco a ritroso per capire che, il grande salto, è stato preparato diverse stagioni fa, dall’approdo stabile in serie D. Con Roberto Malotti in panchina è stata sfiorata la vittoria in Coppa Italia e con l’arrivo di un’accoppiata rodata e vincente, come quella di mister Paolo Indiani e il ds Egidio Bicchierai, il passo è stato definitivo. Ma qua, non piace darsi troppe arie. "Siamo una società di campagna, una società di tanti", dice Fusi, plaudendo al "forte concetto di comunità che caratterizza il nostro ambiente". Prima, però, si scuce l’etichettà di “patron“:"Sono una persona del paese che tiene alla squadra". Anche se i paesi sono due. Il capoluogo, Tavarnelle, non era ancora abbracciato a Barberino quando, nel 2006, fu ...
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