Pagelle, tornano i giudizi sintetici. I presidi fiorentini li bocciano: "C’è il rischio di passi indietro"

Niente più descrizioni ma un semplice ’ottimo’, ’buono’ o ’insufficiente’. La scuola al bivio. La scelta del ministro Valditara divide. "Sarà più semplice per i docenti, ma non basta".

Un cambiamento continuo. Le pagelle della primaria non conoscono pace. A tre anni dall’ultima riforma, si torna indietro. Non ai voti, ma ai giudizi sintetici. Così, invece del giudizio esteso che descrive in modo articolato i vari livelli di apprendimento raggiunti, si leggeranno di nuovo ‘insufficiente’, ‘sufficiente’, ‘discreto’, ‘buono’ e ‘ottimo’. Il ministro Valditara ha sottolineato la necessità di "ritornare, a partire dal prossimo anno scolastico, a formule più comprensibili alle famiglie", che di fronte ad un "in via di prima acquisizione" forse faticano a capire che, purtroppo, loro figlio in quella materia ha un’insufficienza. "Per noi docenti è sicuramente più semplice tornare ai giudizi sintetici - ammette una maestra, chiedendo l’anonimato -. Va anche detto, però, che un semplice ‘insufficiente’ può apparire troppo semplicistico, quasi superficiale. Posso dire che i genitori si erano abituati ai giudizi articolati. Ora, facendo dietrofront, tutto il lavoro fatto in questi anni si perderà all’instante. E per certi aspetti è un peccato perchè invece avevamo avviato un’interessante riflessione sui metodi di valutazione". È la stessa riflessione che fa la dirigente del comprensivo Poliziano, Silvia Mauri: "La valutazione descrittiva è più funzionale al processo di apprendimento. Certo, per l’insegnante è più complicato dettagliare e circostanziare il giudizio. Ma la precedente riforma aveva il pregio di far fare un passo avanti nella cultura della scuola. Ogni istituto si è interrogato su cosa significhi valutare. Ed i giudizi estesi ci hanno permesso di far capire alle famiglie quanto un giudizio non positivo rappresenti non una ‘insufficienza sul bambino’, ma la necessità di mettere maggiore attenzione su un aspetto dello studio". È vero che, prosegue Mauri, "molti genitori mentalmente hanno proseguito a tradurre il tutto in voti", ma "la valutazione descrittiva ci ha aiutato ad aumentare l’attenzione su aspetti cruciali dei giudizi".

"Adesso purtroppo facciamo un passo indietro", sospira. "Sicuramente il giudizio sintetico è più chiaro - evidenzia Francesca Cantarella, dirigente del comprensivo Vespucci -. Ritengo comunque che, in generale, la valutazione debba esser formativa, prima che ‘sommativa’. Troppe sono le fragilità riscontrate in questi ultimi anni nei nostri alunni per non concentrarci verso una scuola inclusiva e non punitiva. La strada giusta è puntare al successo formativo, evidenziando i punti di forza con ‘azioni di consolidamento’ e non sottolineare attraverso una valutazione rigida eventuali carenze che si potrebbero fraintendere come fallimenti". "La scelta di tornare ai giudizi sintetici non credo costituisca un miglioramento, ma solo una semplificazione - è quello che pensa Maurizio Gagliardi, dirigente del comprensivo delle Cure -. I giudizi estesi andavano sperimentati con più tranquillità. Tutti questi continui cambiamenti non fanno bene. Soprattutto, su certe questioni sarebbe importante un diretto coinvolgimento di chi nelle scuole lavora".

Elettra Gullè