Ospedali pieni per il ritorno del Covid "Non c’è posto per noi malati cronici"

La testimonianza: "Da tre giorni bloccata a Careggi per poter fare accertamenti"

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"Da tre giorni a Careggi, senza riuscire ancora a fare alcun accertamento". È la storia di Simona Benassai, 52 anni, di Campi Bisenzio che ieri ci ha contattato dall’ospedale cittadino per raccontare la sua storia. "Sono affetta da artrite reumatoide dall’età di sette anni, da amiloidosi AA con coinvolgimento renale e da un’infezione alla protesi del ginocchio che posso risolvere definitivamente solo amputando la gamba e con la quale quindi cerco di convivere nel migliore dei modi – spiega -. Questo quadro fa di me una malata cronica, rara e complessa. Mi capita purtroppo spesso di avere bisogno di un ricovero perché la situazione peggiora, ma normalmente, prima del Covid, questo avveniva attraverso i medici di malattie infettive, che già conoscono bene la mia situazione e sanno gestire il mio caso".

Con la pandemia però, questo meccanismo consolidato è saltato. "Ho cercato in questi anni di ridurre al minimo i ricoveri – racconta – e anche il ricorso al day hospital. Stavolta però, visto che ho una febbre che non passa, gli stessi medici di malattie infettive mi hanno consigliato il ricovero. Non potendomi accogliere direttamente, dato che il reparto è pieno di malati Covid, mi hanno detto di passare dal pronto soccorso per farmi ricoverare in medicina ed effettuare lì i vari accertamenti richiesti".

E così Simona ha fatto, raggiungendo il pronto soccorso alle 14 di sabato. "Quando sono arrivata sono stata messa in attesa – racconta – e ci sono rimasta 24 ore, anche se devo ringraziare medici e infermieri per le tante attenzioni che hanno avuto nei miei confronti. Sono immunodepressa e hanno cercato in ogni modo di proteggermi da possibili esposizioni al Covid".Ma la situazione non si è sbloccata. "Dopo 24 ore, visto che al pronto soccorso c’era bisogno di spazio – racconta – sono stata spostata in degenza breve e al momento sono sempre in attesa di andare a medicina. Ho praticamente perso tre giorni, che per me sono tantissimi. Da quando c’è il Covid noi malati cronici e immunodepressi stiamo vivendo un incubo e siamo sfiniti. Il primo anno abbiamo capito e pazientato ma adesso ci aspetteremmo un’organizzazione in grado di accogliere e gestire anche noi". Dopo varie proteste, ieri sera, finalmente, è arrivata la notizia di un possibile posto libero a medicina. La speranza è che oggi Simona possa iniziare gli accertamenti necessari.

Lisa Ciardi

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