
di Emanuele Baldi
Pietà l’è morta – e chissà da quanto tempo – in una piccola faggeta sotto le case di Montorsoli, annidata ai piedi colossali del cimitero di Trespiano che si abbarbica sulla Bolognese.
Qui dove la strada declina ripida verso la città aprendo squarci di dolcezza immane su Firenze c’è un pezzo di terra che è un’ignobile discarica di memoria, anzi di memorie, fatta a pezzi.
Lapidi, incisioni, tombe vecchie d’un secolo, dediche, perfino fotografie ingiallite di uomini e donne passate a miglior vita. Una valanga di vite di una volta umiliate senza pudore da chi ha scambiato evidentemente – scusate la brutalità – un servizio cimiteriale a Trespiano per un banale smaltimento di rifiuti urbani.
"Probabilmente tutte queste tombe sono state portate qui con una ruspa, è una vergogna. Una vergogna di cui qualcuno dovrà rispondere" commenta Maurizio Martigli, fondatore dell’associazione ’Vivi Firenze Verde’ che ieri mattina, dopo la segnalazione di un cittadino e la presa a cuore della faccenda di un consigliere del Movimento 5 Stelle del Quartiere 5, Jacopo Spennati – ha effettuato un sopralluogo nel pezzo di bosco in questione fotografando e filmando lo scempio che vedete riportato in questa pagina e che è stato documentato in prima battuta dall’edizione online del Corriere Fiorentino. Lo scenario è sconcertante.
"Abbiamo visto anche un fornettino con un osso che spuntava fuori – aggiunge Martigli – Ma dov’è finita l’umanità, il rispetto per chi non c’è più?". Dalle lapidi spuntano i nomi, Marietta, Andrea... figli del passato. C’è un pezzo di tomba che è una lama che si conficca nel cuore, è quella di un bambino morto a 2 anni appena nel 1961. Tra le frasche anche una mandibola. Qualcosa di sconcertante.
I resti delle tombe, secondo quanto si apprende, potrebbero trovarsi in mezzo alla boscaglia da molto tempo, forse perfino da qualche anno, probabilmente scaricate “per far prima“ da una ditta incaricata di smaltire le lapidi più vecchie presenti nel più grande cimitero della città. Uscendo dal vicino forno crematorio del cimitero, potrebbe aver scaricato il materiale in mezzo al bosco.
La zona del rinvenimento è pittosto isolata e comunque non di passaggio (nemmeno per gli escursionisti) ed è quindi possibile, si rileva, che nessuno si sia accorto di quanto accaduto per molto tempo. Secondo quanto si apprende da Palazzo Vecchio, prima della denuncia fatta in queste ore dall’associazione ambientalista, non era arrivata alcuna segnalazione su questa vicenda. Ora saranno comunque avviati accertamenti per verificare l’accaduto ed eventualmente prendere i provvedimenti del caso. Ma le opposizioni sembrano intenzionate a voler fare chiarezza immediatamente. Per questo oggi i rappresentanti del Movimento in Consiglio comunale Roberto De Blasi e Lorenzo Masi presenteranno una domanda di attualità al sindaco Dario Nardella.
"È ipotizzabile con elevato grado di certezza, considerata anche l’estrema vicinanza con il cimitero di Trespiano, che tali reliquie provengano dall’interno dello stesso cimitero" si legge nelle premesse del documento che verrà portato in aula oggi dai pentastellati". "Questo - prosegue il testo – oltre a una censurabile condotta da parte degli addetti alla manutenzione e allo smaltimento di tali oggetti, l’ipotesi di vari reati ambientali" e "non di minore importanza è l’inqualificabile violazione di sepolcreti che rappresentano per le famiglie dei defunti".
Al sindaco De Blasi e Masi chiedono "quali sono le ditte che, almeno negli ultimi 10 anni, si sono occupate della manutenzione, gestione ed eventuale smaltimento di quanto descritto e la metodologia con la quale sia stato assegnato l’appalto" e "cosa intenda fare l’amministrazione comunale per individuare i responsabili di quanto sopra e quali autorità intenda coinvolgere per denunciare i reati ipotizzabili in questo contesto".