REDAZIONE FIRENZE

Ordine dei giornalisti Festa per i 60 anni della fondazione

Il presidente nazionale Bartoli al convegno fiorentino "Una professione centrale nella coesione sociale".

Ordine dei giornalisti Festa per i 60 anni della fondazione

Sessanta anni fa, nasceva l’Ordine dei Giornalisti. Una professione che è cambiata, al pari dei mutamenti della società. Ma, ha ricordato il presidente nazionale Carlo Bartoli, intervenendo al convegno che si è tenuto ieri mattina presso la sede del Consiglio Regionale della Toscana, "la professione giornalistica è centrale nello sviluppo di una società democratica, è centrale nella coesione sociale. Lo abbiamo visto anche durante il covid. Questo Paese ha reagito e si è comportato in maniera esemplare e forse un piccolo merito ce l’ha anche l’informazione". Il presidente dell’Ordine della Toscana, Giampaolo Marchini, ha ricordato anche quali le sono le “trappole“ che incombono sulla professione: "Il web ha stravolto i temi dell’informazione, il linguaggio e i metodi. Abbiamo ampliato la platea dei fruitori dell’informazione, ma abbiamo anche abbassato la qualità dell’informazione. Il meccanismo dell’’acchiappa-click’ ha portato a un peggioramento della qualità della notizia e assistiamo al dilagare delle fake news".

Agnese Pini, direttrice di Qn - La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno, ha ricordato che "l’informazione, un tempo elitaria, non è mai stata così capillare e accessibile come oggi. Anche se al pubblico mancano gli strumenti per gestire questo ‘poterè. Ecco perché l’Ordine è fondamentale: unico baluardo di qualità in un sistema così frammentato e complesso". Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana, ha citato la Costituzione, quale "punto di riferimento delle nostre battaglie". Un assist al presidente della Corte d’Appello, Alessandro Nencini, che ha ammonito contro i rischi dell’ impoverimento della qualità dell’informazione nell’era digitale. Al convegno anche Paolo Borrometi, condirettore Agi e giornalista sotto scorta, ha citato l’articolo 21 della Costituzione. "Ecco perché - ha detto - dobbiamo pretendere che l’informazione sia libera, indipendente e autorevole. Condannando sempre le minacce ai giornalisti, un enorme problema anche sotto il profilo delle querele temerarie".

Linda Coscetti