Operai cacciati a Pasquetta, il pronto moda diserta la trattativa

Il datore di lavoro non si presenta al tavolo convocato in Comune.. Nuovo tentativo martedì

CAMPI BISENZIO

Il pronto moda di via Carcerina 4 a Campi snobba il tavolo istituzionale del Comune.

Ieri mattina, in Municipio, era stato convocato un incontro per la vertenza relativa ai cinque operai di nazionalità pachistana licenziati perché avevano chiesto di riposare il giorno di Pasquetta. In Comune si è presentato il sindacato SiCobas Firenze e Prato, un rappresentante dei lavoratori ma non i titolari dell’azienda (nello stesso stabilimento ci sono lavoratori formalmente dipendenti di due ditte: la Feng Shouqing e Hu Qingong).

"E’ stato un incontro interlocutorio - spiega Luca Toscano, coordinatore SiCobas Firenze e Prato - dove abbiamo ribadito al Comune la situazione di sfruttamento dei lavoratori del distretto tessile e abbiamo fatto alcune proposte. Tra le altre cose, sempre ieri come sindacato abbiamo indetto uno sciopero con presidio davanti alla ‘Digi Accessori’ di via Lazzeretto al Macrolotto 2 sempre per dire no allo sfruttamento: lavoratori impiegati per 12 ore al giorno e spesso senza contratti. E la ‘Digi’ fornisce grucce proprio al pronto moda di via Carcerina. E’ un sistema che va fermato".

Il Comune di Campi si è preso l’impegno di portare al tavolo l’azienda e avrebbe già pensato di convocare un nuovo incontro per martedì prossimo. "Insisteremo con l’azienda - conferma il sindaco Emiliano Fossi - e proveremo anche a coinvolgere la Regione per aprire un eventuale tavolo a livello regionale visto che la situazione di via Carcerina è simile alle altre del distretto tessile. Lo sfruttamento e l’illegalità sono una vergogna: comunità e istituzioni devono lavorare insieme per debellare questo fenomeno".

Durante l’incontro in Comune, si è parlato anche della proposta di lavoro arrivata da San Sepolcro, dove Mauro Marini, titolare di una ditta di confezioni, si era offerto di ricollocare i cinque licenziati. Ma al momento gli operai ringraziano ma rifiutano.

"In primis vogliono arrivare alla conclusione di questa vertenza - dice Toscano - e poi vorrebbero poter lavorare in maniera dignitosa sul proprio territorio, dove vivono ormai da anni e hanno casa e famiglia".

Barbara Berti

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