
Claudia Livi, ginecologa e direttore del centro Demetra GeneraLife di Firenze
FIRENZE, 10 marzo 2022 - Aumenta anche a Firenze, come in tutta la Toscana, il numero di bambini nati grazie a tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) di ogni tipologia: IUI, Fivet, Icsi, donazione con gameti maschili e femminili. I 10.411 cicli di Pma avviati, nel 2019 (dati Istituto superiore sanità), in 23 centri specialistici attivi nella Regione, si sono felicemente conclusi con 1.615 bambini nati a fronte dei 1.579 del 2018 e i 1.376 del 2017.
Sebbene questi lieti eventi gettino una luce positiva sulle chance che offre la procreazione medicalmente assistita, dall’altro il ricorso crescente alla medicina riproduttiva denuncia un importante problema: l’aumento costante nelle coppie con problemi di infertilità maschile e femminile. Un aspetto da non sottovalutare quale ‘spia’ del rischio di denatalità.
Per questo GeneraLife, gruppo leader in Italia nel campo della medicina della riproduzione, organizza il primo open day dell’anno sabato prossimo, per il #Fertycheck2, seconda edizione della giornata di visite gratuite per donne e uomini con problemi di infertilità.
Per informazioni e prenotazioni: www.generalifeitalia.it oppure www.centrodemetra.com.
«I motivi di un maggior ricorso alle tecniche di procreazione assistita – spiega Claudia Livi, ginecologa e direttore del centro Demetra GeneraLife di Firenze – vanno ricercati in un insieme di fattori: l’età sempre più avanzata dei partner, stili di vita scorretti che mettono a rischio la fertilità e, nel contesto attuale, Covid-19 che in molti casi ha stressato le coppie, riducendo i momenti di intimità. C’è dunque bisogno di tornare ad affrontare questi argomenti e di informarsi". Il direttore del centro Demetra ricorda inoltre che quest’anno ricorrono i 18 anni dall’entrata in vigore della legge 40/2004: "Una normativa – aggiunge Livi – che è stata nel tempo demolita da vari interventi di tribunali e Corte costituzionale. Ancora oggi, e la pandemia non ha aiutato dato che il 20% dei centri di procreazione assistita ha dovuto cedere spazi e personale all’assistenza di pazienti Covid-19, il primo accesso delle coppie ai servizi di medicina della riproduzione, per arrivare ad avere una diagnosi di infertilità, non è agevole. Il nostro centro, in vari momenti di quest’anno, tra cui questa occasione del 12 marzo, aprire le porte a tutti coloro che vorranno avere un primo inquadramento della propria situazione, per sapere qual è il proprio potenziale riproduttivo".
O.Mu.