
Gigli (in maglia bianca) e la vittima
Firenze, 16 settembre 2015 - Sette coltellate, sette fendenti al fianco e al petto al termine di una animata discussione per un debito non ancora saldato. Ottavio Gigli, 52 anni, fiorentino, residente in Patagonia da circa 15 anni, è l’uomo più ricercato d’Argentina. Secondo le autorità sudamericane sarebbe lui l’assassino di Guillermo Martinez, 53 anni, amico e socio in affari, trovato morto nella cucina dell’abitazione di Gigli in un lago di sangue.
Lui, il padrone di casa, non c’era. Sparito nel nulla, probabilmente in fuga, ricercato dall’Interpol in virtù di una mandato di cattura internazionale spiccato poche ore dopo il ritrovamento del cadavere. L’omicidio – secondo quanto riporta la stampa argentina – risale al 31 agosto, ma la notizia è stata resa nota dalle autorità locali soltanto ieri. Insieme a Gigli, mancherebbe all’appello anche il figlio, a cui lo stesso imprenditore di origine fiorentina avrebbe confessato di «aver commesso un grosso errore».
Secondo quanto spiegato dalle autorità argentine, l’omicidio si è consumato nella provincia meridionale di Rio Nero, in Patagonia. In cucina, oltre al cadavere, anche bicchieri di whisky, tracce di cocaina e i resti della cena che l’assassino e la vittima avrebbero consumato insieme. Gigli, che era avvocato ma che non esercitava la professione, si sarebbe trasferito in Argentina dopo aver ricevuto una grossa somma di denaro lasciata in eredità da un parente. L’uomo, che i media argentini definiscono milionario, avrebbe fatto fortuna investendo la somma in una società di imballaggi. Secondo quanto riporta il Clarin, il quotidiano più importante di Buenos Aires, Gigli sarebbe proprietario di alcuni immobili anche a Firenze, dove avrebbe mantenuto amicizie e contatti importanti. Le ultime sue tracce si perdono proprio nella zona di Buenos Aires, dove, pensano gli investigatori, potrebbe aver spiccato il volo proprio per l’Italia o per altri Paesi del Sudamerica.
Cosimo Zetti