
Matteo Cagnoni
Firenze, 18 ottobre 2016 - C’è un secondo indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio della 39enne Giulia Ballestri, secondo la Procura di Ravenna uccisa a bastonate dal marito, il 51enne medico Matteo Cagnoni, la mattina di venerdì 16 settembre. Un avviso di garanzia è stato notificato al padre del dermatologo, Mario Cagnoni, 85 anni: non c’entra nulla con il delitto, ma deve rispondere di favoreggiamento. In buona sostanza, secondo la Procura di Ravenna, avrebbe cercato di depistare le indagini per aiutare il figlio, il quale non accettava l’idea di separarsi e il fatto che la donna avesse trovato un altro compagno. Atteggiamento umanamente comprensibile, quello del genitore, ma penalmente rilevante. Figura molto nota a Firenze, ex professore universitario di medicina interna a Careggi.
I fatti che oggi lo riguardano sono legati al comportamento che l’anziano padre ha tenuto in particolare nella giornata di domenica 18 settembre, due giorni dopo l’omicidio e prima che il corpo della nuora Giulia venisse scoperto, a mezzanotte e mezzo di lunedì 19 nella villa abbandonata di via padre Genocchi, a Ravenna. Stando all’accusa, dopo aver compiuto il delitto Matteo Cagnoni, dermatologo dei vip, andò a Firenze dai propri genitori portando con sé i tre figli piccoli. Secondo i giudici che fin qui hanno seguito i vari passaggi procedurali dell’inchiesta – Gip di Ravenna e Tribunale del Riesame di Bologna – il comportamento di Cagnoni padre è singolare per non dire sospetto. C’è lui ad accompagnarlo a Bologna, quella domenica pomeriggio dove Matteo Cagnoni incontra il suo avvocato penalista, ancor prima che il corpo della moglie fosse trovato, e non un divorzista come invece aveva dichiarato.
La stessa sera Mario non risponde alle insistite telefonate di un ispettore di polizia di Ravenna, che era già sulle tracce del medico. All’1.30 di lunedì 19, un’ora dopo la scoperta del cadavere nella villa, ma quando la notizia non era ancora stata divulgata a nessuno, alla presenza dei poliziotti giunti a Firenze Mario Cagnoni zittisce la moglie mentre raccontava di sapere che Giulia era stata uccisa pochi giorni prima «da un albanese durante un furto nella villa disabitata di Ravenna». Lunedì, intanto, è cominciato l’incidente probatorio. Pm, avvocati e consulenti sono tornati nella villa dell’orrore per scrivere l’ultima parola sul caso.