Occhio al ’Torture museum’ L’horror in salsa toscana

Domani alle 21 all’Uci cinema il film rivelazione del campigiano Andrea Bacci "Il complimento più bello? Chi dice di aver dovuto chiudere gli occhi dalla paura".

Un horror girato interamente fra Calenzano, Campi e San Gimignano: è "Welcome to the Torture Museum", il film del neoregista (e fumettista) campigiano Andrea Bacci, uscito il 18 marzo a Prato e che avrà come unica data fiorentina quella di domani, alle 21 all’Uci Cinema del Cavalaccio. Quattro giovani youtuber appassionati di luoghi abbandonati e paranormale, conducono un canale senza successo; per svoltare decidono di fare una puntata nel museo delle torture di San Gimignano. Da lì si srotola una storia tra orrore, violenza e sesso. Nel cast giovani attori alle prime apparizioni: Giacomo Bellini, Benedetta Del Freo, Sara Rizzano, Giacomo Costa, Leonardo Paoli, Giovanni Bacci, Giulia Stefani, Ilaria Monfardini, Gianni Bennati, Marika Tatini, Shiri Binder, Francesco Banci, con la partecipazione dei due volti noti di Bruno Santini e Alessandro Calonaci.

Bacci, com’è nata l’idea?

"Vengo dai fumetti; dal 2017 poi, quella che era la mia seconda passione, il cinema, è diventata la prima. La sceneggiatura è nata da un fumetto che non ho mai pubblicato. Non pensavo l’avrei mai utilizzata, ma a dicembre 2021 mi trovavo casualmente a San Gimignano e mi è balenata un’idea: sono entrato nel Museo della tortura e ho chiesto alla cassiera di parlare con il proprietario. Me lo passò al telefono e gli dissi ‘vorrei fare un film qui dentro, ho una sceneggiatura’. Pensavo a un no secco e invece mi disse subito ‘interessante, incontriamoci’". E poi?

"A gennaio sono iniziati i sopralluoghi e i provini con più di trecento persone. Poi abbiamo trovato Stefano Pizzolitto, eccezionale operatore di effetti speciali. A giugno abbiamo iniziato a girare, ci sono voluti una ventina di giorni di riprese in cui abbiamo fatto ogni notte l’alba, perché si doveva aspettare la chiusura del museo alle 19".

Primo vero film, ma già riscuote successo

"La prima a Prato ha fatto il tutto esaurito ed è piaciuto talmente tanto che il cinema lo ha tenuto anche la settimana dopo. Sono stato invitato al Vespertilio awards il 27 maggio a Roma, il riconoscimento numero uno italiano del cinema horror, thriller e fantascienza. Sono stato chiamato in finale per il primo premio, insieme a Ipersonnia con Stefano Accorsi, un film molto più grosso per giunta dopo solo 12 giorni dall’uscita".

La più grande soddisfazione? "Tante persone mi hanno detto: ‘A un certo punto ho dovuto chiudere gli occhi’. Grazie! questo per me è il miglior complimento! Vuol dire che gli effetti speciali sono realistici".

Quanto c’è di toscano in questa storia?

"L’inizio si svolge a Cavagliano (in Calvana), i ragazzi vanno in questo paese abbandonato, perché dicono che ci siano i fantasmi di una battaglia accaduta durante la Resistenza. È una storia vera, la battaglia di Valibona dove persero la vita dei partigiani per mano nazifascista (tre partigiani della formazione d’assalto Lupi Neri, il 3 gennaio del ‘44, ndr) che però ho voluto spostare nella vicina Cavagliano per rispetto dei defunti. Si vede poi tutta la città di San Gimignano".

Com’è girare in un museo?

"Fa impressione sapere che queste torture che sono state veramente usate per ammazzare delle persone. Inoltre, grazie alla collaborazione del Museo, gli attrezzi che si vedono sono tutti originali".

Carlo Casini

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