Nuove povertà Il primo fronte è il condominio

Luca

Santerelli

Un uomo a Roma si è presentato a un’assemblea di condominio con un’arma e ha iniziato a uccidere i presenti. Risultato: 3 morti e alcuni feriti gravi. Il fatto denota un problema ancora più importante Le nuove povertà figlie prima del Covid, poi dell’impennata del prezzo dell’energia e delle materie prime e dell’aumento dei tassi di interesse dei mutui, fa si che il condominio sia il primo luogo rilevatore del disagio. Vi sono molte realtà condominiali in cui un’elevata percentuale delle famiglie è in ritardo nel pagamento degli oneri condominiali. Il motivo è molto semplice: nell’ordine della priorità passano prima il cibo, le tasse universitarie dei figli, le medicine e la rata di mutuo. Fatto questo non ci sono più denari per il condominio. Da qui scaturisce un ’grappolo’ fecondo di problemi. Da un lato l’amministratore che non ha fondi né per gestire e compiere manutenzione allo stabile. Dall’altro, le famiglie devono fare i conti con la povertà. La soluzione immediata forse non esiste, ma ci sono dei baluardi che assumono un ruolo determinante. Il primo: lo Stato ha sicuramente una rete di sostegno che però, per intercettare le nuove povertà, necessita di tempo. Nell’immediato solo manovre governative urgenti possono tamponare alcune esigenze delle famiglie. Il secondo, l’amministratore di condomino che mai come oggi ha assunto un ruolo determinante intercettando per primo le difficoltà dell’essere umano. Questa figura oggi deve avere competenza, professionalità, etica e attenzione ai particolari così che possa essere il primo interlocutore con il sistema pubblico. In conclusione, l’amministratore deve avere la sensibilità di cercare di captare il disagio (per esempio dal mancato pagamento di quanto dovuto in chi per anni è stato sempre puntuale). Ci aspetta un periodo non facile dove è determinante tenere alta l’attenzione.

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